[qigong e meditazione] respirazione addominale

 

La pratica del qigong consiste nel gestire consapevolmente la circolazione del proprio qi, detta proprio all’osso. Per quanto il qi non abbia bisogno di essere gestito per circolare, una volta che lo si sa prendere in cura si cominciano ad avere effetti positivi sulla salute, che per i cinesi, gli indiani, e i tibetani non si limita alla condizione del corpo ma include anche la salute mentale, emotiva, spirituale. Gli estremi cui si può arrivare, secondo queste tradizioni, sono l’illuminazione, buddità, e l’immortalità, ma da quel che leggo molte persone si accontentano di un sano equilibrio psicofisico che tutto sommato non è cosa da disdegnare anche qualora non si raggiungesse l’immortalità.

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qi gong, veri maestri e raggi laser

i praticanti occidentali di arti marziali cinesi sono cresciuti con un assunto basilare: il vero gongfu non si trova più in cina. La leggenda vuole che i veri maestri fossero stati costretti ad abbandonare la cina dal regime comunista, ed essendo una leggenda, non era corredata da note a piè di pagina, né da indicazioni documentali, storiografiche o altre. Indicazioni di cui ora che mi sto incuriosendo alla questione sento un po’ la mancanza. Mi limito ad accennare alla riflessione del momento, essendomi trovato a mettere insieme un po’ di frammenti recuperati in maniera random.  Continue reading “qi gong, veri maestri e raggi laser”

il tao delle regine dell’età della pietra – maestri

You wanna know if I know why?
I can’t say that I do
Don’t understand the evil eye
Or how one becomes two
I just can’t recall what started it all
Or how to begin in the end
I ain’t here to break it
Just see how far it will bend
Again and again, again and again

I wanna make out 
I wanna make out wit chu
(Anytime, anywhere)

I wanna make it
I wanna make it witchu
(again and again and again)

Sometimes the same is different
But mostly it’s the same
These mysteries of life
That just ain’t my thing
If I told you that I knew about the sun and the moon
I’d be untrue
The only thing I know for sure
Is what I won’t do
Anytime, anywhere and I say

I wanna make it
I wanna make it wit chu
(Anytime, Anywhere)

I wanna make it
(Again and again, yeah yeah)
I wanna make it wit chu

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il qi rimbomba sulla collina

 

La continuità è il terreno dove non vista matura la discontinuità. Le svolte non avvengono solo nei vicoli ciechi, anzi.  Continue reading “il qi rimbomba sulla collina”

Miscellanea mutante yunnanese

Il tg3 manca di rispetto al papa e berlusconi. Uno va a mignotte, l’altro in val d’aosta. Ad una principessa saudita rubano l’argenteria, 11 milioni di euro. Rino Gaetano è morto da tempo, ma a disseppellirlo ci pensano i casapoundisti. Qui tira arietta. I bambini sparano ai laowai coi fucili di plastica, guarda un laowai, uccidiamolo! Bang Bang. Continue reading “Miscellanea mutante yunnanese”

una questione di (assenza di) stile

Dunque sono tornato ad allenarmi con yang laoshi, che ha altri due laowai per le mani, oltre al sottoscritto. Due e mezzo se contiamo anche la studentessa di medicina americana che già che c’è impara anche il taijiquan (fa parte del pacchetto vieni in cina, fai un po’ di praticantato in ospedali di medicina cinese, impara due mosse di taiji, sgancia un sacco di grana e torna a casa col diplomino).  Continue reading “una questione di (assenza di) stile”

nuovo amico

Ho un nuovo amico, e mi terrà impegnato per i prossimi tre mesi (almeno questo è il programma).

 Ho detto addio alla mia già scarsa vita sociale, ora esistono solo le mattine ad allenarsi e i pomeriggi a studiare. Anche vitaminaqi ne risentirà, ma già si era capito che non era molto vitale, ultimamente. Be’, ad ogni modo siamo sempre qui…

Beirut, come fosse Shanghai

Il socio. Per me Beirut è il socio, non il mio socio, il socio di qualcuno che nemmeno conosco, non di meno il socio. Parlando di mille e più mondanità rispuntava l’episodio di via Sarpi, quando i cinesi scesero in strada a menare i vigili sventolando bandiere rosse. Ho sempre pensato che quello sia stato un banco di prova, chissà perché proprio in italia, del prossimo futuro, ma ancora non avevo pensato a che un giorno via paolo sarpi a milano potrebbe essere la "concessione cinese", un po’ come a shanghai a suo tempo c’erano le varie concessioni francese, tedesca etc…, territori extraterritoriali dove i soli cinesi che si vedevano erano in livrea (e raccontava Beirut che le cose non sono molto cambiate al giorno d’oggi). Così, per dire…

… che sono in cina :D

ecco, noto una cosa…

voglio tornare a casa, voglio tornare a kunming, voglio tornare in cina.

47 gradi di furore…

Sapevo che avremmo trovato caldo in sicilia, ma 47 gradi a siracusa giusto i due giorni che siamo stati a siracusa anche no. A parte questo, mi preme subito segnalare quanto di più bello ha la sicilia, e non sono le acque, non gli arancini, né le granite (solo una non mi ha fatto pensare che quelle della gelateria siciliana di firenze fossero meglio). Il meglio della sicilia sono le librerie. Dove ancora si trovano libri. Veri libri. Vere librerie, non boutique del macero anteriore, supermercati della carta offesa come quei troiai fiorentini, no, in sicilia hanno ancora delle librerie. Tanto di cappello.

Pane e panelle, e un limone. Altra bella storia.

Detto questo, un amico che una volta ha azzardato scriversi mio allievo, con il quale piuttosto mi sono allenato più volte, mi ha invitato, sapendo dei progetti siciliani, ad andare a trovare il suo maestro, della qual cosa gli sono grato, perché ho conosciuto una persona che da venti e più anni pratica tai ji quan, Gianfranco Pace, sul cui tai ji quan chen non ho niente da dire (che bastano i complimenti che gli fanno i cinesi, direi), ma che è stato gentile, mi ha dato un paio di spallate in bocca (cosa che ritengo un istruttivo piacere), e ha perfino permesso a me e Yagi di dormire nella sua scuola costruita sul modello cinese, luogo di allenamento e luogo di soggiorno, ma molto più bella di quelle che ho visto in cina e soprattutto con l’etna fumante a un tiro di schioppo.

Se state allenando chen in italia, ci sono probabilità che sia con un allievo del maestro Pace: ci sono una trentina di scuole sparse per l’Italia affiliate alla sua associazione, a testimonianza della qualità del suo insegnamento e della capacità di non-organizzazione (tutta la parte amministrativa, mi raccontava, l’ha demandata a persone che lavorano per l’associazione e nemmeno praticano taijiquan, così che lui possa dedicarsi esclusivamente all’insegnamento e alla pratica).