i famosi cazzi miei

aggiornamenti del venerdì

: cambiai casa. sempre due stanze, salotto, niente terrazze ma giardinetto. la verandina è, devo ammetterlo, vivacchiabile.

: patentommi (once more). potrò tornare a cavalcare con l’approvazione dell’ordine costituito poderosi 125cc. ora si tratta di trovare la moto giusta. Fortuna che l’esame computerizzato può essere ripetuto una volta, nel caso la prima sia sbagliata. E infatti alla prima ho preso 89 su 100, quando OVVIAMENTE sono necessari 90 su 100 per passare. Alla seconda, 92/100. Ale’.

: arrivonno li libbri che ordinai orsono. come due anni fa, c’è stato da sbattersi un paio di giornate tra i vari uffici delle dogane locali (rasentai la crisi di panico all’idea di ripetere l’ordalia). ci sarebbe da scrivere un trattato sull’arbitrio, l’interpretazione delle regole e la loro invenzione di sana pianta. (libri e patente sbrigati nello stesso giorno, cmq, sono un bel chiappo).

: all’aeroporto già che c’ero ho raccattato un pulcino, immagino di pollo. A parte essermi esposto all’influenza aviaria come ogni contadina cinese che si rispetti, mi chiedo quanto potrà campare il suddetto aggeggio piumato. Se qualcuno ha suggerimenti (in virtu’ della sua esperienza) su cosa dargli da mangiare e come e quando, saranno ben accetti. Se sopravvive, uova quotidiane o radiosveglia naturale. In ogni caso, va di lusso. Altrimenti, i gatti o i ratti del quartiere saranno contenti, e io magari mi comprerò al mercato una gallina già cresciutella.

: ci sono amici che invitano a farmi vivo, o addirittura si sbilanciano e ammettono nostalgie insospettate. Beh, grazie. 

una casa negozio

 Una delle caratteristiche della lingua cinese è l’uso smodato dei "classificatori". Approssimativamente, quando in italiano diciamo un pezzo di pizza, quell’ "un pezzo di" corrisponde al classificatore del cinese… il salto qualitativo del cinese è che, forse per districarsi nella foresta delle omofonie, i classificatori vengono usati per la stragrande maggioranza dei sostantivi.

 

 

 

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misteri tessili

 

 

Mi chiedo quali storie ci siano dietro a questa maglietta. Le magliette cinesi non di rado riservano sorprese divertenti, spesso sono assurde, con scritte che nel migliore dei casi sono un copia incolla storpiato di qualche testo preso da internet. Altre volte, come in questo caso, posso solo provare a figurarmi quale gestazione abbia partorito questa maglietta.

 

 

 

Forse si preparava una spedizione di magliette in Italia, ma poi per qualche motivo non c’è stata e quindi sono state riversate sul mercato cinese migliaia di magliette promozionali del formaggio del canavese? O le magliette vengono "disegnate" con una ricerca casuale di immagini su internet, gestita da un algoritmo che seleziona immagini prese da siti italiani (l’Italia resta ancora la patria del design…) ? O ancora, c’è una sottucultura di estimatori cinesi del formaggio del canavese che ha ordinato dall’Italia tre quintali di formaggio e ha ricevuto in omaggio uno stock di magliette?

Non ci è (ancora) dato saperlo.

come scrivono i cinesi II

O per metterla con Lin Yutang: "Dopo tutto, solo colui che maneggia le sue idee con leggerezza è padrone delle sue idee, e solo colui che ne è padrone non ne è fatto schiavo. La serietà, in fondo, è solo un segno di sforzo, e lo sforzo un segno di mancanza di padronanza. … La semplicità, allora, è paradossalmente il segno esteriore e il simbolo della profondità di pensiero."

come scrivono i cinesi

闻章人好,憨厚真诚却也不乏聪敏。闻章文好干净自然透脱,有几分天成的样子。好多人喜欢他的文字,其中也包括我。在我眼中他是个小青年,其实却也不小,鬓发比我的还白些。鬓发白却也并不能说他就不年轻,就写作激情看,他仍属于年轻人行列。

dalla prefazione di “esagrammi viventi” …

 

"Wen Zhang come persona non è male, semplice e onesto, genuino, e non gli fa difetto l’intelligenza. Wen Zhang come cultura non è male, pulito, naturale, penetrante, ha l’aria di essere molto spontaneo. A molte persone piace la sua scrittura, tra cui includo me stesso. Ai miei occhi, è un giovane, pur se di fatto non è così, i capelli sulle sue tempie sono un po’ più bianchi dei miei. Nonostante i capelli bianchi, non è che si possa dire che non è giovane, a giudicare dalla passione con cui scrive, appartiene ancora alla generazione dei giovani."

 

I cinesi scrivono e io resto spiazzato. E’ da poco che affronto testi in cinese, ma anche quando mi affido alle traduzioni in inglese, non è raro trovare di questi scrittori che iniziano un discorso e non sai mai dove vadano a finire. Bontà loro, quando si trova chi scrive così, è sempre interessante leggerlo. Il dono di scrivere delle cose in maniera semplice, quasi distratta, ma arrivare sempre al punto. Memorabile, a questo proposito, un capitolo dei tredici saggi sul taichichuan di Chen Man Ching, quello sul carattere…

font

ho intenzione di utilizzare per i prossimi post questo font stile macchina da scrivere. Se volete leggere vitaminaqi come me lo immagino io, scaricate e installate questo font (cioè semplicemente copiatelo nella cartella dei font del vostro computer): urania. [cliccate col tasto destro e selezionate "save target as…" o "salva documento come…"]

I cinesi

Scrivere sui cinesi è notoriamente impossibile. Voglio dire, anche i cinesi stessi dovrebbero pensarci due volte prima di farlo (come raccomanda confucio, che più specificamente dice che pensarci tre volte è troppo, due bastano…), che di sicuro sono in pochi quelli che hanno girato tutta la cina, con il suo miliardo e mezzo di cinesi, quindi a essere razionali, statistici e accademici dovrei ben guardarmene io, che sto fortificato qui nello Yunnan, a sud delle nuvole e di tutto il resto. Ma perché limitarsi? Mica si pretende di aver detto l’ultima parola sul popolo della terra di mezzo: solo, ormai ho accumulato qualche schizzo e qualche abbozzo, i colori della tavolozza iniziano a sembrare plausibilmente utilizzabili, le letture non mancano del tutto. Insomma, coltivate la rude sensibilità del viaggiatore, la confusione creativa dell’asceta e il tratto erratico dell’artista, mi propongo di proporvi alcune osservazioni sui cinesi, sotto la non sorprendente categoria de "i cinesi". A presto, con i cinesi.

commenti

Per chi recentemente avesse avuto difficoltà a commentare, adesso dovrebbe essere di nuovo possibile. Scusate il disagio e grazie della pazienza.

Banzai, Sir

"E voi, prodi kamikaze, andate a reggere la Torre!"

La lingua giapponese deriva da quella cinese, e fin qui ci dovremmo essere quasi tutti. Però poi il giapponese prende la sua strada, e nel corso del tempo, pur mantenendo i caratteri (汉字 hanzi, in cinese, kanji in giapponese) sviluppa anche due alfabeti fonetici sillabici, hiragana e katakana, che tra le altre cose vengono usati per incorporare nel giapponese nuove parole di origine straniera.

Ma anche quando continua a usare i caratteri, il giapponese prende le distanze dal cinese. Pensate a cosa vuol dire "cavolo" in italiano: al nord significa una pianta, al sud un’altra pianta. Qui a est succede lo stesso. E quindi oggi propongo degli hanzi a cavolo.

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Sotto il cielo – 天下

 

Sotto il cielo siamo tutti fratelli, ma alcuni sono più fratelli degli altri.

 

 

Questa storia delle magliette uguali è piuttosto comune, da queste parti, ma di solito si vede nella versione ragazzo-ragazza con magliette abbinate, i due della foto sono un’interessante variante sul tema.