breve bibliografia taoista

Prima di partire per l’Italia, L. e’ venuto a Weibaoshan. Chiaccherando, era venuta fuori una questione bibliografica a proposito di "cose taoiste". Non avendo letto molto in merito penso di poter redigere solo una breve lista e qualche considerazione.


Le edizioni dei classici del taoismo con cui ho familiarita’ sono il daodejing della demetra edizioni (un tempo pubblicato dalla Giunti?), un librettino piccolo e agevole redatto da tale Shantena, quello dell’Adelphi a cura del dottissimo Duyvendak, e il pregevole Zhuangzi dell’Adelphi. L’I ching, il libro piu’ antico in cui viene fatta menzione dello yin e dello yang (o dello yin-yang?), in italiano non l’ho mai maneggiato, ma una traduzione delle edizioni del Wilhelm (dovrei verificare) dovrebbe andare bene.
Per motivi che un giorno mi togliero’ la soddisfazione di spiegare a fondo e pienamente, "La regola celeste" della Demetra stacca di molti punti il "Tao Te Ching" dell’Adelphi, nonostante questo abbia ogni capitolo del testo sapientemente commentato, nonche’ l’originale in cinese classico E la versione ricostruita dal Duyvendak. La piu’ grossa pecca dell’edizione della Demetra sono le illustrazioni (di autori italiani, forse un ironico invito alla reintroduzione delle pene corporali), ma per quanto si possa giudicare un libro dalla copertina, la loro idiozia non toglie nulla al testo, una collezione di diverse traduzioni, non particolarmente filologico ma a mio discutibilissimo parere molto piu’ "nello spirito" rispetto al Duyvendak la cui sapienza sembra a tratti ostruire la spontaneita’ del vecchio seme.
Il Zhuangzi e’ ottimo, completo, i saggi del redattore stanno tutti in fondo insieme ad un apparato di note utile e ad un indice dei nomi citati interessante. L’edizione italiana viene da un’edizione francese redatta appunto da un cinese, consultando il testo francese nonche’ l’originale su cui si e’ basato il redattore cinese, tanto di cappello e niente da aggiungere.
Il Liezi recentemente citato nei commenti non lo conosco e questo mi ha messo una certa acquolina in testa che forse tra non molto trovera’ soddisfazione.
A questi testi strettamente in materia, aggiungerei serenamente tre dei quattro tesori della letteratura cinese classica, "i Briganti" (!), "i tre regni" e "il viaggio ad occidente". Pur non essendo testi DI taoismo, sono appunto classici cinesi, e avvicinarsi al taoismo senza avvicinarsi alla cultura cinese in generale sarebbe come voler imparare a nuotare senza bagnarsi. Il quarto tesoro, "il sogno della camera rossa", non ho mai finito di leggerlo, quindi non posso esprimermi in materia. Sfortunatamente, questo e’ anche l’unico testo che si trovi agevolmente in italiano in edizione integrale. Trattandosi di un Grande Classico della Letteratura, Einaudi a suo tempo (anni 70 del ‘900) pubblico’ una edizione stralusso dei Briganti, quelle edizioni con custodia cartonata rigida bianca che costano un occhio della testa (o un discreto sbattimento a rubarli, data la mole*), e che ovviamente non ha mai pensato di ripubblicare. Non sono a conoscenza dell’esistenza di una qualsiasi edizione italiana de "i tre regni", mentre per quel che riguarda "viaggio a occidente" ne esiste una edizione, quasi sicuramente compendiata, a cura dell’Adelphi dal titolo "Lo scimmiotto".
Ora, ciascuno di questi testi ha una storia editoriale in cina piuttosto complessa, sono stati rimaneggiati pi?volte nel corso dei secoli, e di ciascuno ne esistono svariate versioni. Io ho letto i primi due, e sto leggendo il terzo, in inglese, nelle ottime edizioni della Foreign Language Press di Pechino. Notare l’approccio editoriale cinese: i testi sono tutti e tre pubblicati ciascuno in quattro volumi da 500 pagine l’uno, e costano la folle cifra di 95 kuai, cioe’ 10 euro circa, che non e’ tanto neanche per la cina, data la mole.
Ricapitolando:

Strettamente taoisti:
-"La regola celeste", Demetra, a cura di Augusto Sabbatini (?) detto Shantena.
-"Tao Te Ching", Adelphi, a cura di tale Duyvendak.
-"Zhuang Zi", Adelphi, a cura di XXX

Utili nonche’ decisamente gradevoli Tesori della Letteratura:
-"I briganti"
-"I tre regni"
-"Viaggio a Occidente"

Alan Watts, di cui personalmente non so niente, ha pubblicato alcuni libri che hanno connessioni con quanto sopra: "la via dello Zen" e’ un classico, l’ho letto da ragazzino ai tempi in cui praticavo shaolin quan, recentemente in mano ad un ragazzo americano di passaggio da Weibaoshan ho visto un "the watercourse way" che e’ piu’ strettamente inerente, ma che non ho letto e di cui non so se esista una edizione italiana, nonche’ ne’ visto ne’ letto, un resoconto della sua vita in montagna che mi pare si chiami "cloud hidden, whereabouts unknown", e anche qui, parecchia acquolina…

*Vorrei ricordare che e’ stato Lu Xun, tra i padri della letteratura cinese contemporanea, a dire che rubare libri non e’ un crimine. Io mi limito.

5 responses to “breve bibliografia taoista”

  1. maodun

    ovviamente mentre redigevo queste righe non avevo sottomano nessuno dei testi in questione ad eccezione del viaggio ad occidente, mi premurero’ con calma di verificare quante cazzate ho eventualmente scritto.

  2. fra ant

    Viaggio ad Occidente, che insieme al Tao te ching, che avesti la gentilezza di regalarmi tanto tempo fa, e all’I ching, sono gli unici libri citati che ho letto, o giù di lì, non è solo un testo ottimo per capire con ironia la mentalità cinese (dell’epoca). Proprio perchè la Cina è il risultato dell’unione di diverse filosofie, pensieri e religioni strettamente compenetrate fra loro, è un valido mezzo per per capire il Confucianesimo, col suo bagaglio di pietà filiale, senso del dovere, burocrazia e ritualità, ed il Buddhismo nella sua versione cinese, dall’inahyana più stretto, al chan, incarnazione antesignana dello zen giapponese, con tanto di mantra, sutra e gong an vari sparsi a profusione. E’ quindi interessante anche per chi avrebbe o ha letto libri come 101 storie zen o le raccolte delle massime di Confucio. O, magari, è un buddhista praticante. E’ da dire che Wu cheng en ha voluto dipingere liberamente le tre maggiori filosofie/religioni della Cina, senza risparmiare critiche, sberleffi ed elogi a nessuna. Il che, secondo me, è un’ottima mossa.

    Felice che il lupo e la scimmia abbiano infine fatto amicizia.

    fra ant

  3. maodun

    il lupo e la scimmia hanno stabilito un patto di reciproca mansuetudine, la scimmia ha incontrato il re delle scimmie (Splendido Re!), chissa’ che non arrivi anche il re dei draghi. Nel caso magari avverto :)

  4. mosq

    Provo a interagire:

    sul Liezi, come si può leggere in giro è il leggendario maestro di Zhuang Zi, e il suo libro pare essere, nella migliore tradizione a quanto pare, un collage di materiale piuttosto eterogeneo. Esiste in edizione einaudi in italiano, con testo cinese a fronte. Non l’ho ancora letto tutto ma leggiucchiando qua e là mi sembra che, a livello letterario, non raggiunga le vette di meraviglia e fantasia del Zhuang Zi.

    Di Alan Watts non ne so molto ma da quello che si può leggere sul web è uno di quagli studiosi che ha contribuito a diffondere le filosofie orientali in occidente. Amico di Gary Snyder e di altri della beat generation ne ha più volte criticato l’approccio allo zen, troppo improvvisato e frainteso, secondo lui. Pare che ci sia chi voglia recuperarlo come filosofo vero e proprio e non solo come divulgatore. E’ stato cmq molto popolare. Ho letto alcuni articoli, sempre ondine e mi sembrano cmq molto seri.
    Sui classici della letteratura cinese che citi… non ne ho letto neanche uno ma chissà, fascinazione a mille!
    E ora breve divagazione: conoscete François Jullien? Per confrontare le distanze tra pensiero greco/occidentale e pensiero cinese ora come ora è il meglio che c’è sulla piazza…

    Saluti…

    e il qi gong?? :)

  5. maodun

    grazie alla magnifica otted ho il julien “con me”… a kunming. Prima o poi lo leggero’. Il qigong presuppone di poter sentire il qi? Ancora non l’ho capito…