Guerreros – William Gibson

Mi sono ripromesso di recensire almeno alcuni dei trenta e spiccioli libri che mi sono portato in cina. Il primo che ho finito è stato quello sui gesuiti, ma per quello ancora c’è tempo. Stamattina, invece, prima di finire i compiti ho finito l’ultimo romanzo di Gibson, Guerreros

La prima cosa da dire è: il libro tradotto peggio della storia della stampa da Gutemberg ad oggi. Non solo Daniele Brolli traduce un ironico "you’re welcome" (prego) che dovrebbe seguire un "thank you" (grazie) che non c’è mai stato con un incredibile "sei il benvenuto", questa è la perla magistrale in effetti, non solo tutta la traduzione sembra fatta con google-traduci-questa-pagina, ma il signor Brolli in almeno tre occasioni confonde i nomi dei personaggi con una schematicità preoccupante: si parla di A, si parla di B, poi si parla ancora di A ma Brolli mette B, o viceversa. Non vi faccio degli estratti perché non vale la pena. All’inizio pensavo ad una traduzione che voleva essere brillante di una prosa particolarmente densa (il Gibson dei primi tempi non era esattamente una lettura leggera), ma no, è solo una traduzione indecente. Né chi ha tradotto né chi ha rivisto la traduzione (se mai c’è stato) ha la minima cognizione dell’inglese/americano parlato, né scritto. E vabbè. Mondadori.

Detto questo, la struttura narrativa è quella degli ultimi gibson, un capitolo – un personaggio, tre personaggi, quindi una quasi regolare alternanza delle storie che finiscono per intrecciarsi. La necessità di Gibson di menzionare tutte le marche di qualsiasi merce specie se di lusso un po’ mi molesta, sigarette, macchine, cellulari, sembra un continuo spot solo a me? Chissà se (almeno) lo pagano.

Però la storia è particolarmente divertente, gli stati uniti vengono descritti come un paese in guerra-civile-segreta e qualcuno ha intenzione di fare una mega burla che la vedrei bene attuata da questi burloni, e invece no. Ex agenti segreti, famiglie di contrabbandieri cino-cubani, arte locativa, (e qui e qui), riciclaggio di ingenti somme di denaro, guerre sporche. Accenni al Sistema, che dovrebbe essere il Systema l’arte marziale di alcuni corpi speciali russi (da non confondere col sambo), e al Protocollo, tutta roba di derivazione kgb con quel tocco di voodoo che è un pallino di Gibson dai tempi di neuromante.

Bello spendere più parole a stroncare il traduttore che a parlare del libro. Comunque, vale la pena, rubatelo.