raccoglimento, ricomposizione. alla prossima.
raccoglimento, ricomposizione. alla prossima.
Prendete la gioconda (un quadro a caso, solo piuttosto famoso). Togliete il paesaggio, che tanto la prospettiva, lo sguardo ampio sulla natura, non servono a una sega al giorno d’oggi. Cambiate la posizione delle mani, che quella è troppo complicata, e ancora una volta, non serve a nulla. Toglietele il sorriso, che la serenità è per i vecchietti, e mettetele un bel grugno incazzuso. Poi tornate a compararla con la gioconda originale.
Ecco, se questo vi fa pensare a due arti marziali cinesi cosiddette interne, siamo piu’ o meno sulla stessa linea d’onda.
Ho visto un panzone che allenava movimenti di taiji mentre andava sui pattini. Ergo non sono l’unico che si inventa i suoi sistemi per allenarsi.
Stamani mentre uscivo di casa (dal compound abitativo) uno sbirro mi ha chiesto dove abitassi, che palazzo, che appartamento. E’ bastato poco a farmi tornare un po’ di [sana?] paranoia, a farmi sentire un immigrato con le carte appena in regola, ma soprattutto, a farmi ri-provare quel sottile astio e voglia di fregare chi detta le regole. Gli ho sorriso, scusa, devo andare a lezione, ciaaaaao. Non sono mai stato per gli assalti frontali. (Sennò studiavo kickboxing, probabilmente…)
Avete presente cinque ave maria e dieci padre nostri? Avete presente venti minuti di palo eretto?
(Questo si chiama camminare sul filo? No, si chiama stendere il filo)
Sempre per la serie i DVD mancati…
A colazione, mentre ci scofanavamo una torta alle banane appena sfornata, raccontavo alla donna, che se la rideva, dell’omino scamiciato. Allora lei mi dice, lo sai, il tipo più mostruoso che ho visto era un tailandese, a Dalian, che a -20 stava in pantaloncini maglietta e infradito. Poi una volta sono andata a Harbin, a -40, e l’ho beccato pure là, questa volta era vestito un po’ più pesante. Sono andata a salutarlo, continua a raccontarmi, e lui stava mangiando un gelato!
Sbaglio la prima volta, o almeno mi porto dietro questa impressione, sbaglio la seconda volta, e continuo a portarmi dietro questa impressione sgradevole, alla terza mi correggo.
La prossima volta non esiste.
Epic – Faith no more
Can you feel it ,see it, hear it today?
If you can’t, then it doesn’t matter anyway
You will never understand it ’cause it happens too fast
And it feels so good, it’s like walking on glass
It’s so cool, it’s so hip, it’s alright
It’s so groovy, it’s outta sight
You can touch it, smell it, taste it so sweet
But it makes no difference ’cause it knocks you off your feet
You want it all but you can’t have it
It’s cryin’, bleedin’, lying on the floor
So you lay down on it and you do it some more
You’ve got to share it, so you dare it
Then you bare it and you tear it
You want it all but you can’t have it
It’s in your face but you can’t grab it
It’s alive, afraid, a lie, a sin
It’s magit, it’s tragic, it’s a loss, it’s a win
It’s dark, it’s moist, it’s a bitter pain
It’s sad it happened and it’s a shame
You want it all but you can’t have it
It’s in your face but you can’t grab it
What is it?
It’s it
What is it?…
C’è l’hai nel muso ma (ancora) non lo chiappi… che cos’è? Eheh.
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http://ferrellsource.com/upload/Rock%20Band/01%20Epic.mp3
viva le politiche cinesi sul copyright…
Fare il pane è veramente un ottimo allenamento per il mantenimento ininterrotto del contatto, l’esercizio di pressioni in diverse direzioni, il radicamento: l’apoteosi del training del tuishou.
Anni fa su un qualche Urania lessi un racconto che iniziava con "[Il tizio] era troppo taoista per credere nelle coincidenze"…
Continue reading “A proposito di evocazioni, più o meno lente”
Sarei molto contento se quanto scrivo qui sotto riuscisse a incastrarsi in un angolino del vostro cuore, perché potrebbe aprire qualche porta, ma forse basta leggere il daodejing che è molto più gradevole.
La ragione è quello spontaneo tracollare al di là del limite che ci viene imposto.