fengshui 风水

"sembra la mattina di un villaggio." in effetti mi piacerebbe invitare il mondo a passare mezz’ora sul balcone, verso le otto e mezza. ma staremmo un po’ stretti. i ricordi più belli della mia infanzia sono legati alla casa di mio nonno, e al portone di casa dei miei. Il fengshui (pronuncia: fòngsciuéi, 风水) di casa di nonno era geniale. 
La casa era costruita su una collina a nord di firenze, ben esposta a sud, un piano interrato, un piano terra, un primo piano e un piano soffitta mansarda. La casa era tutta circondata da un giardino. Nel piano interrato c’erano un garage, in cui non ho mai visto una macchina, ma sempre ingombro di attrezzi, tavoli da lavoro, ceste e reti per la raccolta delle olive, legni vari. Da lì partiva un corridoio che da una parte dava sulla lavanderia, il luogo più yin della casa, con un grande lavabo, sempre scura, e la stireria, una stanza che non ricordo troppo bene. Questo piano era sempre in ombra, fresco e scuro anche nelle più calde giornate estive. Ma il genio veniva al primo piano che a sud aveva un grande salone, con un divano come non ne fanno più (o non ne ho più visti, di quelli che mia nonna mi diceva sempre di non sedermi sui braccioli che si rovinava). Davanti al salone, si apriva un porticato che permetteva di non avere troppo sole diretto, a nord invece c’era una sala vuota e enorme, alta due piani, dove arrivavano le scale dal piano di sotto e partivano muro muro quelle per il piano di sopra. Il genio della casa stava in quella stanza vuota, che restava tutto il giorno in ombra, due piani di fresco che anche quando a firenze facevano 40 gradi (e mi ricordo non poche estati così) restavano a temperature sopportabili quando non esplicitamente gradevoli. C’erano poi bagni, cucina e stanze da letto, biblioteca e ammennicoli vari, ma quella stanza gigante quieta e riparata, ottima pista per lanciare le trottole legate con lo spago, per giunta, era il cuore fresco della casa.
Oggi quella casa non esiste più, esistono tre appartamenti che, come i materialisti di goethe, hanno smembrato la cosa viva ma non ne hanno saputo cogliere il senso.