xiao pengyou

Fate conto che state tornando a casa presto perché domani arriva una vostra amica. Fate conto che passate per il cortile del complesso dove abitate, e come al solito uno stormo di bambini vi grida Hello! o Laowai! Fate conto che quando siete già un pezzo in là, tre ragazzini più grandi della media vi fermano, e vi chiedono di dove siete, al che, con molta modestia, rispondete:"ma come, non lo sapete ancora?".

 

Considerato che ogni volta che passo dal cortile qualcuno mi chiede di dove sono, ormai pensavo fosse giunto il punto di saturazione e invece no. Gli dico che sono italiano, gli chiedo se gli piacerebbe studiare l’inglese, che a me non dispiacerebbe, magari una volta a settimana, insegnare un po’, e loro sono presi benissimo. A questo punto, li saluto e faccio per imboccare la porta del mio palazzo, quando, con un coraggio da leoni, mi chiedono se possono salire a casa mia. Va bene, non c’è problema, solo che è un po’ sporca, dovrei rimettere un po’ a posto. Quando arriviamo al sesto piano, io entro, loro mi seguono ma poi si piantano come guardie imperiali sulla porta. Inizio a capire che non sarà facile. Li faccio accomodare, e in un lampo di ospitalità per me sconcertante gli riempio tre bicchieri di acqua. Domani, gli spiego, arriva una mia amica, e quindi devo pulire. Al che, neanche a dirlo, si propongono di aiutarmi. Rifiuto cortesemente, tre volte, poi cedo, e i piccoli amici (小朋友, xiao pengyou)si mettono come un sol uomo a rivoltarmi la casa. Nel tempo che io rifaccio il letto, loro mi hanno ripulito il salotto e la cucina, lavato tutti i piatti e dato il cencio. Sono un po’ allibito e imbarazzato. Gli regalo il dvd dell’ultimo film, a cartoni animati che farlo costa meno, di guerre stellari, sapendo di non stare particolarmente incentivando la loro cultura ma tant’è. 
Poco prima che arrivi il momento degli addii, momenti di delirio: chiama la mamma dello scricciolo nella foto a destra, timidissimo eppure il più simpatico e entusiasta dei tre, e pare che lo voglia legnare di santa ragione perché sono le 23 e lui non è ancora tornato. Al che mi fa capire che non vuole tornare a casa e che resterebbe a dormire da me, al che gli faccio capire che si è bruciato il cervello. Nel senso, gli dico, se tu torni a casa ora tua madre è arrabbiata, se torni domani non è ancora più incazzata? Ora, io non so bene cosa gli passasse per il capo, se semplicemente volesse provare l’avventura di restare da me o che, ma lui mi spiega che sua madre è arrabbiata ORA, e che se torna domattina l’arrabbiatura le sarà passata. In cinese ha usato l’espressione 生气, sheng qi, che letteralmente indica un sollevarsi del qi (pensate a quelli che, incazzatissimi, gonfiano il petto e dilatano le narici, e avrete un’idea di 生气). Un sollevamento del qi che EVIDENTEMENTE non può durare in eterno, e quindi lui, molto saggiamente, aspettava semplicemente che le si fosse riabbassato. Io gli proponevo di accompagnarlo a casa e di spiegare a sua madre che era stato ad aiutarmi e non in salagiochi come lei pareva sospettare, ma niente da fare. Il mio dilemma è durato pochissimo, essendoci altri due ragazzini con lui che sicuramente potevano aiutarlo. Sicuramente? Una era una ragazza, silenziosa, il volto nascosto dietro ai capelli, che quando le rivolgevo la parola pareva pietrificarsi, ma che non mancava occasione di bisbigliare nell’orecchio dell’altro nano, che a tredici anni già parlicchiava inglese e che evidentemente a soldi stava messo molto meglio dello scricciolo. Ma tu non hai problemi a tornare a casa a quest’ora? No, mi ha risposto il nano di tredici anni, con un tono che sembrava voler dire, no, perché dovrei, mica sono uno sfigato… Comunque sia, ho messo lo scricciolo nelle mani degli altri due, di cui mi fidavo molto poco, e li ho mandati a casa.
E indovinate chi è tornato il giorno dopo? Lo scricciolo, con una copia di Kungfu panda, che ovviamente non glielo ho detto che l’ho già visto. E oggi pure. Insomma, un nuovo amico. 

3 responses to “xiao pengyou”

  1. otted

    sarei potuta essere una bimba più felice se avessi aspettato più spesso l’alba :)
    questo mi ricorda il bel libro che sto leggendo, sull’arte di ascoltare e i mondi possibil, una sorta di lento e dolce tai chi interiore.
    chiedi ai tuoi piccoli amici se hanno letto “la scimmia”, altrimenti regalaglielo! un kungfu panda di altri tempi…
    seicento kuai per un aereo?

  2. laura

    w i mimmini che fanno buca!

  3. cassandra

    ciao bello..
    Solo un abbraccio prima di dormire. Si parlava di te col mio babbo. ti si pensa spesso. Vabbè, io molto spesso, anche se sono una maledetta pigrona della scrittura.
    buonanotte :)