Genova apice del rinascimento

"Un Paese in stallo, dove manca la produttività, dove la crescita del Pil non supererà lo 0,4% nel 2008 e nel 2009. Dove i consumi stagnano, gli investimenti sono fermi, il potere d’acquisto delle famiglie è eroso dalla corsa del costo della vita, con la produzione industriale in calo dell’1% nel secondo trimestre dell’anno."
 
"A preoccupare il mondo accademico sono diversi provvedimenti. Il più criticato è la graduale riduzione, collegata ad una forte stretta sulle assunzioni, del Fondo di finanziamento ordinario, con risparmi di circa 1,5 miliardi di euro fino al 2013."
 
"Leader nel mondo nel design ma diciassettesimi in Europa per investimenti nella ricerca e nello sviluppo. Al primo posto nel mondo per il patrimonio artistico e culturale ma i nostri musei e gallerie scivolano nella classifica di quelli più visitati. C’era una volta il made in Italy, dell’abito e del museo, delle canzonette e delle mostre, motore e volano dell’Italia che inventa e s’arrangia, crea e produce." 
 
""Ci sono le prove. Stavano distruggendo la sanità in Abruzzo". Un milione di euro, scontato poi a 750 mila, furono chiesti da Del Turco all’imprenditore Angelini, grande accusatore del presidente della Regione. Servivano, disse Del Turco, per portare otto senatori con sé nel neonato Partito democratico. In cambio la Giunta regionale avrebbe adottato provvedimenti favorevoli all’imprenditore delle cliniche private." 
Il post che vorrei essere in grado di scrivere…
Sono stati anni di miopia. Miopia ubriaca alla guida di un tir carico di scorie tossiche lanciato a tutta velocità. Un tempo in Italia c’era un’industria la cui produzione era in ANTICIPO sul resto del mondo. Un passo alla volta: un tempo in Italia c’era un settore industriale. Un tempo in Italia c’era un settore industriale in buona salute. Un tempo in Italia c’era un settore industriale in buona salute la cui creatività significava che inventava prodotti nuovi in anticipo sul resto del mercato mondiale. Penso all’Olivetti, al Pignone. Tanti anni fa, in una galassia remota. E’ stato più proficuo per il signor X e il signor Y svendere tutto. Crisi energetica numero 1. All’incirca, il 1973.
 
Lo Stato si svende. Frenata la propulsione dei mitici anni 60, si gira attorno al problema con una brillante operazione finanziaria, e sembriamo tutti più ricchi: anni in cui i buoni ordinari del tesoro rendono interessi dell’11.2%. Me li ricordo, tutti quanti contenti ad indebitare le casse dello Stato, finché hanno potuto. Non importava da che parte credevi di stare, comunista o democristiano se compravi i bot contribuivi a…   
 
Tangentopoli. La grande bolla economica sostenuta dall’indebitamento dello stato. La classe politica e la classe dirigente che fanno affari. Proficui. Nessuna sorpresa, la classe politica serve a gestire e tutelare legislativamente la classe dirigente. Però i bifolchi non se ne devono dare troppo conto, "c’è andata bene che hanno creduto a questa baggianata della democrazia". E soprattutto, prima o poi ci si accorgerà che lo Stato non è Babbo Natale, e che prima o poi i soldi finiscono anche a Lui, che pur li stampa. Qualcuno pesca nel torbido, come si dice. Per un attimo le acque tornano limpide, e si vede tutto alla luce del sole. Scandalo. Si tirano fuori un paio di pesci ormai morti e marci, le acque tornano torbide. Sotto la superfice, tutto torna come prima. E’ mica cambiata la funzione della classe politica? No. Nessuna sorpresa. 
 
Nel frattempo: nessuna rivoluzione, scoglionamento di base. Il dopoguerra vede il PCI sempre a cazzo duro sperando in un sorpasso che poi verrà tenuto lontano a suon di bombe di stato. Sempre più intellettuali iniziano ad allontanarsene, sempre più lavoratori iniziano a smarronarsi. Quaderni rossi, piacentini, autonomia, sociologia a Trento (non serve aver fatto il liceo per entrarci). Manifestazioni di operai e studenti non controllate dal PCI o dai sindacati… paura. Brigate rosse, iniziano sequestrando aguzzini di fabbrica, facendogli denunciare la repressione interna ai luoghi di lavoro. Alla FIAT a torino esistono reparti confino, dove vieni mandato se sei comunista, dove ogni scusa è buona per licenziarti, dove te la passi piuttosto male. Ex ufficiali e sottufficiali dell’areonautica e dei carabinieri vengono assoldati per gestire la schedatura dei rossi. La FIAT, la Siemens, le acciaierie di Terni, l’Olivetti… [http://www.nelvento.net/archivio/68/lc/03.htm]
 
Appunto, stagione delle bombe. L’irrazionale. Tutti stretti attorno al babbo. Questa notte non dormo a casa (questa notte dormo da amici, questa notte resto a guardia della sezione). Le bombe per le pecore, l’eroina per gli eroi. Ok, suona malissimo. Ci piace. Impossibile restare in Italia: Argentina, desaparecidos, Vietnam, Laos, aerei americani che tornano a casa carichi di sacchi neri, i ghetti neri degli stati uniti d’america vengono sommersi di polvere bianca. Le pantere nere vengono infiltrate, sputtanate ad arte, stroncate militarmente. Gli hippy del cazzo. Le subculture, le droghe. Lucky Luciano, la mafia sicialiana, i presidenti americani, la droga come strumento di controllo sociale. I centri sociali in Italia NO EROINA (ancora al CPA si vede qualche manifesto con le siringhe spezzate da un uomo-mulo)… Anche i bianchi si incazzano, ma dalla colombia un paio di hippy yankee che cercano la ganjia migliore (con justa razon la vanno a cercare in colombia!) tornano con la cocaina. La generazione di bianchi successiva agli hippy con lsd è quella degli yuppies con coca. Più droga e meno politica. In colombia nasce il mito di pablo escobar, narcotrafficante supremo. Si scannano tra signori della droga, hanno bisogno di madopera campesina, creano eserciti di paramilitari cosiddetti che fanno addestrare da ufficiali dei servizi segreti israeliani, ossia i peggiori figli di puttana sulla piazza (vedi G. Piccoli, "Colombia il paese dell’eccesso"). Diffusione dell’eroina (di cui la colombia a sorpresa è il terzo produttore mondiale) in Palestina [http://www.ilcircolo.net/lia/780.php].
 
Gli anni ’80. Tutti felici. Fine del conflitto.
Gli anni ’90. Tutti depressi ma facciamo finta di niente. Nessuno conflitto fino a
Seattle. Oh, guarda, forse gli si può anche dire qualcosa a sti stronzi.
Genova. No, non gli si può dire.
E da genova in poi, tutti buoni e zitti. Genova, la più grande manifestazione di sbirri che si sia mai vista, come dice Leonardo. Dopo genova, molti "attivisti" si ritraggono a vita privata, i centri sociali diventano balere postmoderne, il conflitto fa paura.
 
Nel frattempo qualcuno, ben finanziato, studia come implementare le fantasie visionarie di orwell, tutto registrato, video e audio. Per quanto posso spingere la mia paranoia, arrivo ad immaginare bandierine di allarme che si alzano nelle centrali di polizia ogni volta che tre persone segnalate si incontrano (basta tracciare i cellulari, una cazzata). Poi leggo l’articolo di naomi klein (china’s all seeing eye, link sotto): videocamere avvertono la polizia ogni qualvolta troppe persone sono riunite in strada.
 
Detto questo… vorrei riuscire a tenere insieme il tutto ma è al di fuori della mia portata. Aggiungiamo il petrolio agli sgoccioli, crisi economica, creazione di insicurezza sociale percepita, giornali e televisioni ormai da tempo orwelliani. Incapacità di immaginare soggetti conflittuali.
  
vedi anche:
 
Genova, solo carezze:
 
Blog di Rampini, crisi energetica e creatività: 
 
Euro-police, controllo: