la filosofia è una delle istituzioni culturali più ridicole, eppure sopravvive da un paio di migliaia di anni. Oggi non è più di uno strumento al servizio delle scienze con portafoglio, preposta a dichiarare validi i "metodi" che anche in assenza di tali dichiarazioni andrebbero comunque per la loro strada, un vecchio nonno rincoglionito che non sa altro che dire bravo bravo ai nipoti che lo ignorano. Il fatto poi che il vecchio nonno qualche volta invece rosichi è ancora più indifferente ai nipoti, che al massimo decideranno prima o poi di togliergli la magra pensione. Più volte ho sentito i numeri degli iscritti del dipartimento di filosofia, e come questi si dovessero tradurre in una prossima morte dello stesso, o di un suo incorporamento in altri, più popolari e lucrativi indirizzi. Nel frattempo, la cattedra di filosofia della storia è scomparsa. Sono stato l’ultimo laureato di quella disciplina all’università di siena, e per la prima volta inizio a capire come si deve sentire un panda (invece di limitarmi a dichiarare che dovrebbero semplicemente essere estinti da un pezzo).
dovevo scrivere un articolo a partire dalla tesi, ci ho provato e ho fallito. ora devo scriverlo di nuovo ma diverso. ho più tempo, entro marzo, sempre la stessa drammatica assenza di libri, qualche spunto in più. butto giù un po’ di idee, mentre aspetto di fare le foto per scrivere sui complessi cinesi.
idee: economia della natura in darwin. la base dell’ecologia a venire. macchiata dai troppo semplici riferimenti al capitalismo rampante in cui darwin sguazzava, riferimenti dei beati esegeti più che dello stesso darwin. Al suo interno, l’inevitabilità dell’interrelazionalità che è il punto di svolta cognitivo, quello che pone le basi per un "nuovo approccio".
interrelazionalità, sistemi. non è possibile capire ciò che viene detto individuo, tantomeno soggetto, se non all’interno del suo sistema di riferimento. questo crea un gioco di scatole cinesi (non a caso) in cui alla fine ci si trova con il sistemone, la consapevolezza che tutto è in linea di principio interrelato. Il sistemone si può declinare poi in rigide costruzioni formaliste di ogni sorta, marxiste, spiritualiste, naturaliste, lo que sea, oppure con il prendere la suddetta consapevolezza e farne tesoro, usarla come timone e bussola nella propria vita, nel proprio studio e nella propria ricerca. Mi sono scoperto, ultimamemente, per niente ideologico. E’ una piacevole sorpresa. Con tutto che il più delle volte non sopporto chi parla alla leggera di ideologie, in qualsiasi senso ne parli. Basta, il post resta interrotto, ho altro di cui scrivere.
ok, improvvisamente mi sento un po’ in colpa…
comunque hanno lasciato vacare anche la cattedra di ermeneutica a firenze…maledetti tecnocrati! :(
anzi, ti sono piu’ che grato, altro che…