Taiji Quan per Froci [genderbender]

Tutto questo so che un giorno potrà essere usato contro di me da persone senza il minimo senso dell’umorismo. Il caro Alessandro di Stadtschaft.splinder.com parlava di yoga per froci, io non ho iniziato un corso specifico di taiji quan per froci*, però tra ieri e oggi, mentre vitaminaqi sta raggiungendo il suo culmine, avevo realizzato un paio di cosine. 

 

Tipo: il taiji quan è una terapia emozionale, tra le altre cose. Devi venire a patti con te stesso, su tanti fronti, anzi su tutti i fronti, se vuoi arrivare ad un buon livello. Fondamentalmente devi essere sereno e tranquillo, e rilassato. Sempre. Non è che puoi essere rilassato e poi quando uno arriva e ti spinge te ti incazzi, o ci resti male, o che. No, sempre sereno e rilassato. Arriva uno con una mannaia in mano che ti insulta la mamma mentre dileggia la tua squadra di calcio preferita e con l’altra mano palpa il culo alla tua ragazza? Sereno e rilassato. Sereno e rilassato vuol dire non avere paura. Non avere paura è un capitolo molto lungo del percorso di crescita di qualsiasi essere umano che voglia andare un po’ più in là della semplice reazione ex-animale socioprogrammata che ci si aspetta da lui, quale che sia. Non avere paura è un passo importante per essere veramente liberi. Io ne ho solo sentito l’aroma da lontano, ed è un buon profumo, cercherò di lasciarmi guidare anche da queste sensazioni.

Sereno e rilassato vuol dire ogni parte del corpo rilassata. Quando uno viene impiccato la gente sta a guardare aspettando che scarichi tutta la merda che ha in corpo: normalmente passiamo tutto il tempo a stringere il buco del culo, per paura di cagarci addosso in pubblico, e non sto parlando metaforicamente. E’ facile che, salvo casi di diarree bestiali, la cosa avvenga a livello inconsapevole, però lo sfintere anale, state sicuri, è normalmente stretto stretto.

Nello Yoga ci sono un paio di posizioni, fondamentalmente delle belle pecorine, in cui uno si mette a buco pillonzi: testa bassa e culo ritto. Sono posizioni in cui si è chiamati a sperimentare la propria vulnerabilità e ad aprirsi. Sì, aprirsi. Prima di tornare in Italia ero passato da Dali e con alcuni amici avevo fatto un po’ di yoga, e una mattina io e un altro ragazzo ci siamo ritrovati a buco ritto mentre un terzo, barba folta, rastoni, un bel ragazzone piuttosto virile soprattutto per la media cinese, passeggiava alle nostre spalle.

E no, non era una sensazione particolarmente rilassante. La reazione istintiva era quella di stringere le chiappe. E invece l’esercizio era proprio il contrario, essere vulnerabili. Non avere paura nemmeno di avere paura, e visto che alla fine Li Wei non aveva intenzione di apporlo tra le mie chiappe, era effettivamente possibile scoprire che, rilassandosi, non c’era poi niente di cui avere paura.

Secondo me questa è una grande lezione. La Paura è un mostro che si autoalimenta, quando riusciamo a fare lo scattino di vedere cosa c’è dall’altra parte del muro nero, spesso scopriamo che non c’è proprio un bel niente di cui aver paura.

Per quel che riguarda il taiji quan, se non siamo in grado di rilassare lo huiyin (che gran signori i cinesi, per non dire buco del culo si inventano uno tsubo, lo huiyin, che è appunto lo tsubo del buco del culo ma è "un’altra cosa"), il qi non potrà scorrere attraverso il bacino e non potremo radicarci, verso il basso, né attingere alle riserve di qi delle gambe, verso il dan tian 丹田. Ergo, rilassare il buco del culo, pardòn, lo huiyin, è fondamentale.

 

Altra questione di taiji quan per froci: shenti yao zhen (身体要正), il corpo c’ha da esse ‘retto. Ora, normalmente il modo base per mantenere l’allineamento del corpo è quello di concentrarsi in contemporanea sul suddetto huiyin e sul baihui, l’acupunto alla sommità del capo detto anche crown, o corona, dagli yogaderivati. Personalmente non sono un fan di questo sottometodo, ne preferisco un altro che farebbe bella figura nel manuale di taiji per froci che non scriverò per diversi motivi, e cioè il metodo del paletto-(quasi)-nel-culo. Se mentre state facendo tuishou immaginate di essere seduti con un paletto di legno appoggiato all’ano, , forse proprio per il fatto di non essere troppo rilassati all’idea, manterrete la schiena molto dritta. Non mi è chiara questa immagine a dire il vero, anche se funziona: non ho ancora capito se il paletto è poggiato a terra e io non voglio sedermici sopra oppure se lo sto tenendo delicatamente stretto tra le chiappe senza farlo cadere né poggiare a terra. Probabilmente suona assurdo a voi come al tipo con cui facevo tuishou stamani, ma posso assicurare che il mio allineamento era decisamente migliore del solito. Quindi paletti di legno nel culo per tutti.

In realtà, tutto questo discorso anale è venuto fuori proprio perché questo ragazzo è molto "pauroso", non nel senso che ha paura ad attraversare la strada, ma nel senso che ha qualcosa di bloccato dentro di sé che ormai riesco ad avvertire piuttosto bene anche se non a localizzare. E la cosa divertente è che secondo me ha paura di essere gay, e quindi oggi gli ho fatto tutti i discorsi sul paletto di legno nel culo anche per vedere come reagiva. E poi ho realizzato: stamattina stava parlando di yang laoshi, qualche probolema ai reni, probabilmente aveva avuto un calcolo stanotte. E i reni sono l’organo della paura, se avete "paura" probabilmente avete qualche problema ai reni. Ma noi occidèntoli siamo abituati a pensare alla paura come allo SPAVENTO, improvviso, e invece la paura è anche e facilmente uno stato protratto, un modo generale di affrontare la vita in contrazione, con reazioni sproporzionate, senza essere in grado di aprirsi. Ci vuole un po’ di dolcezza e po’ di scossoni, e poi il calcolo viene fuori. Alé.  

 

*non essendo frocio posso parlare di taiji quan per froci, o solo i froci possono darsi dei froci come i negri possono darsi dei nigga ma guai a te uomo bianco se ci provi? Amletico… (che notariamente, poi, era frocio)

3 responses to “Taiji Quan per Froci [genderbender]”

  1. Ale

    Ma che bello.
    Due cose:
    – Ma secondo voi cinesi la paura risiede quindi nel rene? Interessante. Io di solito sento dire che sta davanti (pancia) o davanti e in alto (stomaco). O lì stava la rabbia? Mah.
    – Ma se poi in questo ano ci mettiamo davvero un paletto, che succede? A livello di qi intendo.

  2. maodun

    Puntualizzo: la paura non STA nel rene, la E’ il rene nel suo aspetto di manifestazione emotiva. Non è un calzino messo in un cassetto, è l’aprirsi in avanti del cassetto, piuttosto che verso l’alto della cassapanca, cioè un aspetto del cassetto in quanto cassetto. Pancia e stomaco sono in maniera diversa centri delle emozioni, di sicuro posso dirti che la zona epigastrica, il plesso solare, è un punto in cui si incastra ogni tipo di emozione, dalla mancanza di gioia, all’ansia, alla paura.
    Tendenzialmente mi piace ragionare di cose su cui mi sono fatto un’opinione attraverso l’esperienza. Il sesso anale è piuttosto sconsigliato nei pochi libri di qigong che ho letto che trattano la questione, però c’erano motivazioni non molto approfondite, come del resto per tante altre cose. Solo che sulle altre cose è più probabile che sperimenti, e quindi possa formarmi una mia opinione.

  3. Ale

    Prospettiva interessante questa del rene, che non contiene ma è. Già mi gira la testa a pensarci (son poco filosofo).
    Riguardo al sesso anale, mi interessava sapere come il qigong vede la cosa. Come mi piacerebbe sapere che implicazioni agopunturistiche hanno gli orecchini che mi sono messo ai lobi.