Le montagne sono alte, l’imperatore è lontano

La possibilità di usare i bulbi oculari in maniera reciprocamente indipendente è abbastanza affascinante. Roba da rettili, roba da parti piuttosto antiche della filogenesi umana.
Nel breve periodo in cui sono andato via sono successe un po’ di cose: intanto, la casa dell’amico incasinato è stata ripulita.
 
 
E va be’, la giornata si è conclusa con una mangiata clamorosa che ha posto fine al mio ennesimo digiuno involontario e una coppettazione selvaggia. Nel frattempo ho iniziato ad acupungermi, essendo stato piuttosto raffreddato grazie anche ad una delirante pedalata di 65 chilometri. Ci sono tutti i libri che potete volere, anche in inglese, sull’agopuntura, diagnostica, eccetera, più un paio di amici ben più addentro di me a dare consigli (tra cui quello di iniziare a provare!).
 
 
Avendo sentito più volte parlare di tale weibaoshan, 巍宝山, la montagna di weibao, dagli studenti di yang laoshi, avevo in programma di andare a dare un’occhiata per un paio di giorni. Sono tornato dopo due settimane, ahah (啊啊). Mentre il mio amico si fermava a dali, io ho preso un pulmino fino a weishan, con poco più di 200 kuai in tasca e la carta di credito. Che ovviamente, arrivato a weishan, non ha trovato un bancomat che se la filasse, quindi niente, 200 kuai. Da weishan, la città ai piedi di weibaoshan, fino al complesso dei templi c’è un pulmino che va su per 5 kuai. Solo che c’è solo in un periodo dell’anno, e ovviamente non è questo. Quindi per andare bisogna noleggiare un mezzo, cosa che costa dai quaranta ai cinquanta sacchi, il che avrebbe pesato non poco sul mio bilancio. Però sono solo una quindicina di chilometri, non era neanche mezzogiorno, quindi mi sono detto, faccio un giro per la città e poi male che vada salgo a piedi. Girando per weishan, molto poco turistica, almeno rispetto a posti nazionalmente famosi come dali, a un certo punto vedo un ragazzo con la coda, vestito tutto di blu, con una borsa blu con un bel bagua-taijitu sopra. Mi sono avvicinato, ho accarezzato il cucciolo di cane che teneva in braccio e gli ho detto:
-ciao, io vorrei andare a weibaoshan ma non so come fare.
-bene, sto andando là, tieni il cane e sali in moto.
E così siamo partiti, dopo aver lasciato il cane a qualcuno in città. Una moto fantastica, vecchia e cigolante, il motore sembrava cosa viva. Lungo la via il ragazzo, Xiao Li (小力 o 小李?) ha fermato la moto in un piccolo spiazzo, conosceva yang laoshi e mi ha chiesto di salutarlo, poi mi ha fatto vedere la forma di taiji che allenava lui, dicendomi che era tanto tempo che non la allenava. Per la prima volta ho mostrato la forma a qualcuno in cina senza provare imbarazzo, competizione, o che. Non reciprocare sarebbe scortesia. Nel senso, di solito se mi chiedono di mostrare la forma faccio il vago e grazie tante.
Arrivati alle porte del complesso siamo entrati con la moto, non c’era bisogno che pagassi il biglietto così, dice xiao li (小力). Siamo saliti su per i chilometri di scale, io che seguivo il suo ritmo piuttosto rapido, lui che mi raccontava che i primi tempi quando ancora stava lì faceva le scale giù e su due volte al giorno, tanto per allenarsi. Annotato. A un certo punto, con mia grande gioia, abbiamo lasciato il percorso pavimentato e abbiamo imboccato un sentiero, più "naturale", 更自然的, e siamo arrivati a sanqingdian (三清殿, sanqingdian, il palazzo delle tre più alte manifestazioni del Dao),
-di giorno puoi vivere qui,
poi siamo scesi più a basso, dove c’è un complesso di edifici tra cui l’edificio della coltivazione della gru (培鹤楼 peihelou, dove la gru è simbolo di longevità), il palazzo dell’origine del dao (道源宫,daoyuangong), nonché il kongzidian (孔子殿, kongzidian, il palazzo di confucio).
-di notte puoi vivere qui, dice xiao li indicandomi il kongzidian. 
 
 
E qui ora è dove abito. Più o meno. Dove dormo. Su un letto duro, sotto i teli blu rossi e bianchi (che mi hanno affascinato dai tempi del terremoto a chengdu) con i quali è stato ricavato un minicuarto all’interno del tempio stesso (sulla destra potete notare una finestra "oscurata").
Torno su presto, a weibaoshan. Le cose da raccontare sarebbero troppe e forse non di immediata ricezione, scrivo più che altro per dar prova di esistenza, le foto aggiungono forse un po’ di qualità alla storia. Non so se mi porterò dietro il computer, ma ho da scrivere e da leggere, da fare foto e da infilare aghi, da allenarmi. Imparo i nomi delle piante dai vecchi, accendo incensi al drago che dorme sotto al kongzidian prima di fare il palo, corro contro i muri.
 
 
 
Tra le varie cose interessanti ci sono i 2800 metri di weibaoshan (mille in più di kunming), il fatto che la natura è piuttosto intensa in ogni sua manifestazione, il fatto che tutto parte dall’infinitamente piccolo (sono sempre più convinto che grosso guaio a chinatown sia un film realizzato per i cinesi molto più che per gli occidentali). Non mi sono chiesti soldi per vivere lì, né per dormire né per mangiare, nessuno mi dice cosa devo fare, o rigirando leggermente la cosa, che devo fare qualcosa, e a me sembra di imparare da tutti, vecchie, cani e coccinelle arancioni, ma soprattutto le vecchie. Gli studenti di weishan sono venuti su un giorno, accompagnati da alcuni professori. Venivano a stare un po’ dai taoisti. Inutile dire che il mio addestramento mi rende particolarmente sensibile ad alcune cose: organizzazione di comunità, gestioni del potere, eliminazione del potere dalle pratiche, ripensavo alla quantità di stronzate che alle volte venivano dette all’asilo (occupato), e al fatto che di fatto di sottofondo c’erano dinamiche di potere veramente malsane lì dentro. Eheh. Ottimo addestramento, grazie (a evaige in particolare). Ci sono moltissime cose che mi hanno ricordato la colombia, il fatto che lo yunnan, come il cauca, sia la regione col più alto numero di "minoranze etniche", il rapporto delle organizzazioni non etniche con le minoranze, le farc e le loro politiche aggressive, l’eln molto meno invasivo, i taoisti totalmente non invasivi. Insomma, se arrivato in cina, quasi un anno fa (啊啊) scrivevo che la cina è molto anarchica, i taosti sono a modo loro molto molto ma molto anarchici.
Mi hanno detto: i taoisti su questa montagna oggi non sono molti.
Mi hanno detto: puoi restare quanto vuoi.
Avevo da parlarne con tre persone. Mia madre mi ha telefonato che ero ancora su. Sembrava contenta di sentirmi così come stavo, quindi tutto a posto. Tornato a kunming (tra l’altro a comprare libri ma soprattutto a recuperare vestiti pesanti), ho parlato con Yang Laoshi. Ha detto che quando voglio posso tornare ad allenarmi con lui. Gli ho voluto bene, come al solito. Satchiyo, che è appena tornata dal giappone e ha già trovato un fondo da affittare per aprire una bigiotteria (yeah, laura, yeah) non è preoccupata. Forse non fondamentale, o come diceva un saggio, 不要了, non dovevi, non ce n’era bisogno, ma sono andato a parlare con la mia professoressa di cinese che pure lei mi ha dato la sua benedizione.
Quindi niente, mi appresto a tornare in montagna. Ci sentiamo quando possibile, non risponderò troppo in fretta alle mail ma lo farò.
Ah, pare che l’amico incasinato abbia preso a cazzotti in faccia una guardia della prigione locale e si sia dato alla macchia. Le montagne sono alte e l’imperatore è lontano. 
 
 
 
Ah, un’ultima considerazione: per quanto strano mi sia sembrato, che su una montagna taoista ci sia un tempio dedicato a confucio (孔子) è piuttosto non sorprendente, visto che 道法自然, il dao è la via della natura, il dao è il modo della natura, e tutto quanto è natura, quindi anche confucio, anche le cartacce di plastica, anche l’inquinamento. E comunque, quel 孔子的孔, quel kong vuol dire anche buco, apertura.

3 responses to “Le montagne sono alte, l’imperatore è lontano”

  1. jojo

    grazie per gli aggiornamenti.
    grazie per le foto.
    e grazie per quella sensazione che mi regali quando scrivi.

    a presto

  2. tom

    Ciao dude, è bello leggere il tuo ultimo post sul lavoro mentre l’ipod sputa fuori, per puro caso, ‘to chine with love’ dei mando diao. Non so se Ale si ricorda di te, ma o deciso di raccontargli dell’amico del babbo, che si allena in cina, in un posto che ricorda molto kung fu panda (tarantino ancora non fa per lui). Un abbraccio forte, Tom_z

  3. maodun

    prego, prego, prego. sull’a presto tuttavia non saprei ;)
    ciao tomz! saluta ale da parte mia, anche se concordo sul fatto che probabilmente non si ricorda :)