pazzo

L’altro giorno annotavo brevemente i lati piacevoli del mio essere a kunming. Non dover lavorare. Allenarmi come una scimmia. Leggere pile di libri. Studiare quando mi va. Ora ci sono 24 gradi, giro in bicicletta in maglietta. Non posso lamentarmi. 
Il risultato di tutto questo è che posso essere serenamente pazzo.
20
Che differenza c’è tra il consenso e il rifiuto? Che differenza c’è tra il bello e il brutto? Dovrei anch’io temere ciò che gli altri temono? Che follia senza fine!
Tutti sono gioiosi ed eccitati, come a un banchetto sacrificale o nel salire a una terrazza in primavera. Io solo sono inerte e non do alcun segno, come un neonato che non sorride ancora. Perduto! Come chi non ha casa a cui tornare.* Tutti hanno più di quanto occorre loro, io solo sembro non avere nulla. La mia è la mente di un idiota, caotica e vuota!** Tutti sono chiari e intelligenti, io solo sono oscuro e confuso. Tutti sono acuti e capaci di sottili distinzioni, io solo sono ottuso e caotico. Senza forma! Come l’oceano. Inafferrabile! Come il vento errante. Tutti seguono i solchi tracciati, io solo sono ostinato e villano.
Io solo sono diverso dagli altri, perché ho caro il nutrimento della Madre. 
[*che non ha un suo posto]
[**random!]
53 [sborone]
Se avessi solo un grano di saggezza, seguendo la via del grande Tao il mio solo timore sarebbe di perderla. La via del grande Tao è facile e diritta. Ma la gente preferisce sentieri difficili e tortuosi.
La corte è ben curata, ma i campi sono pieni di erbacce e i granai sono vuoti. Essi indossano vestiti splendidi, portano al fianco spade affilate, si ingozzano di cibi e bevande, possiedono ricchezze di cui non sanno che fare. Sono i ladri per eccellenza! Questa non è la via del Tao.
59
Nel governare gli esseri umani e nel servire il cielo nulla è prezioso quanto la frugalità. Frugalità significa "essere pronti all’alba". Essendo pronti all’alba si accumula abbondante virtù. Accumulando abbondante virtù, nulla è insuperabile. Quando nulla è insuperabile, non ci sono limiti. Quando non hai limiti, sei degno di governare lo stato. Governando come una madre, puoi durare a lungo.
Questo si chiama "avere radici profonde e una solida base". E’ il tao di una lunga vita e di una visione durevole.
[nota: venendo in cina pensavo a costruirmi una solida base. Altra nota: di mio nonno, quello della casa, se c’è una cosa che apprezzo è il suo essere stato una persona frugale. Ma quando mi tirava su dal letto la domenica mattina alle sette e mezza ancora non apprezzavo!]
67 [sole cuore amore]
Ho tre tesori che conservo gelosamente:
il primo è l’amore
il secondo è la frugalità,
il terzo è non mettersi mai al primo posto.
71 
Riconoscere la sapienza come ignoranza è saggezza.
Scambiare l’ignoranza per sapienza è follia.
Riconoscere la follia come follia è smettere di essere folli.
Il saggio riconosce la follia come follia e perciò non è folle.
79 [particolarmente esigente]
Un grande risentimento, anche quando viene placato, si lascia dietro una scia di riesentimento. Come può questo essere bene?
Perciò il saggio mantiene i propri impegni senza esigere nulla dagli altri. L’uomo virtuoso paga i suoi debiti, l’uomo senza virtù esige il pagamento dei suoi crediti.
Il Tao del cielo è imparziale: esso è sempre dalla parte del bene. (天到無親,常與善人)
il giusto dire è come capovolto. (正言若反)
assapora ciò che non ha sapore. (味,無味)
A questa breve selezione dal dao de jing aggiungerei
-quando il commento trova frizione, c’è ancora lavoro da fare. [piallare l’ego]
-nel silenzio odo ogni rumore, nella quiete percepisco ogni movimento.
Oggi Yang Laoshi raccontava una storiella che io farò molto breve:
c’era un insegnante di arti marziali. un giorno uno studente già avanzato nelle arti marziali andò da lui e gli disse di voler diventare suo allievo. L’insegnante lo mise di fronte a una cascata.
-Guarda la cascata tutto il giorno, senza muoverti, senza chiudere gli occhi.- disse l’insegnante.
L’allievo si mise a sedere di fronte alla cascata. Il flusso d’acqua era poderoso, un ribollire di schiuma ininterrotto.
-Ho visto un ramo,- disse l’allievo dopo un po’, volgendosi verso l’insegnante.
-Bene, ma non ti muovere,- rispose quello. 
-Ho visto un pesce,- disse l’allievo dopo alcune ore, senza voltarsi.
-Bene,- rispose l’insegnante.
-Insegnante,- disse l’allievo sul far della sera,- la cascata si è fermata!-
-Ecco, adesso non ho più niente da insegnarti,- concluse l’insegnante.
Ma l’allievo non era convinto, e non capiva perché l’insegnante non volesse più insegnargli. 
-Andiamo in città,- disse l’insegnante.
In città, non so bene come, l’allievo finisce a fare a manate con qualcuno. L’allievo guarda il tizio che lo attacca, e i suoi movimenti sono lentissimi. Quando si rende conto che effettivamente il tizio lo starebbe per colpire, si sposta tranquillamente, l’attacco va a vuoto, e allora capisce le parole dell’insegnante. 
Fine della storia.
La storiella di fatto è collegata all’alterazione della fisiologia a cui si va incontro praticando la meditazione del palo, l’allenamento degli occhi (non ricordo se ne ho già parlato) e simili giochetti a bassa intensità. Se volete allenare le spinte, ad esempio, un modo è mettersi a spingere un muro come muli autistici, o fare il tuishou degli orsi. Il modo del taijiquan consiste nel mettere le mani attorno a un ramo di una pianta, facendo in modo di toccarlo quanto più leggermente possibile con la superficie maggiore possibile. La leggerezza sviluppa la sensibilità, la sensibilità è proporzionalmente inversa all’esigenza di usare i muscoli.
Prendiamo il corpo umano, e vediamolo dal punto di vista di un recipiente articolato con valvole che gestiscono la pressione interna delle diverse sezioni, cioè il volume dei fluidi contenuti all’interno. Le valvole sono le giunture, le articolazioni, per le quali passano fluidi in funzione dello stato di rilassamento, o caricamento energetico. Ora, quanto più le articolazioni sono chiuse,tanto più i fluidi di ciascuna sezione sono bloccati al suo interno, tanto più si deve ricorrere ai muscoli per agire quelle leve che in ultima istanza producono attraverso la contrapposizione dei muscoli il movimento del corpo. Ossia: sforzo.
Ma il corpo è il suddetto recipiente articolato pieno di fluidi, sangue, aria, qi. Ma basta il sangue, forse, per capirsi. Aggiungiamo al modello la forza di gravità, e la tubolarità data dalle giunture aperte. Praticamente, io alzo un braccio, e la forza di gravità fa calare quello che c’è nel braccio verso il basso. Se sono allineato a modo, quello che c’è nel braccio cala diretto diretto giù giù fino alla gamba sottostante (e proprio l’assenza di frizione, di ostacoli, è quella che fa la differenza e su cui non a caso si lavora come scimmie). Al tempo stesso, vogliamo mantenere l’equilibrio della pressione interna, per cui mentre facciamo diventare una gamba pesante, alleggeriamo l’altra facendo affluire roba nell’altro braccio. Ad un certo punto, questi spostamenti di fluidi interni avvengono in condizione di equilibrio (che a regola dovrebbe darsi nel centro famoso, il cosiddetto dantian o qihai, 气海, oceano di qi), ed è lo yi 意, la mente che guida il processo, e in tutto questo i muscoli sono rilassati come stracchino (mettere da parte l’idea che la forza serva a qualcosa, almeno nel taijiquan. 以柔克刚, yi rou ke gang, sfruttando il cedere controlla il rigido, 柔勝刚,rou sheng gang, il cedevole vince il rigido, 弱勝強, rou sheng qiang, il debole vince il forte: tutto preso dal daodejing, troppo raramente citato da chi pratica e/o insegna taijiquan). Cioè i muscoli praticamente non vengono usati.
Dicono i classici del taiji: yi dao, qi dao, 意到气到, il pensiero arriva, il qi segue (cioè arriva pure lui). I muscoli vengono usati in maniera particolare, ancora non ho capito bene ma direi che piuttosto che venire usati in contrazione, i muscoli vengono usati in distensione: muovendo il corpo pur senza contrarre intenzionalmente i muscoli, i muscoli del caso si ritroveranno accorciati o, se non contratti, in uno stato in cui possono comunque sia ulteriormente distendersi. A questo punto l’unico lavoro che viene demandato loro è quello di, appunto, rilassarsi. Sai che sforzo :)
Insomma, vorrei che fosse chiaro questa cosa: a un certo punto il corpo viene percepito come una sacca di pelle che se la strizzi da una parte si riempie dall’altra, e puoi giocare a mantenerla in equilibrio facendola oscillare di qua e di là senza fare alcuno sforzo, solo accompagnando il NATURALE tendere al basso dei fluidi al suo interno. Figo.
A proposito di alterazioni della fisiologia, vedi la storiella della prima notte da guardia del corpo. Il qi non viene fatto salire, il cuore pompa ma tutto attorno resta tranquillo. Lo so, mi ripeto. Ma voi? Ci capite qualcosa? Se non provate questa sensazione di tranquillità di fronte a un gorilla di due metri che vi prende per il collo ("ho spedito l’assegno per posta"…), come potete capire? Hmm… temo per le sorti di questo blog. Però potrei sempre raccontare di san valentino in cina, e del numero maggiore del solito di giovani coppie che vanno a giro con la stessa identica maglietta uguale uguale uguale, e delle centinaia di fogli con "anno di nascita, altezza, peso, stipendio, etc." in una riga, e nella riga sotto "anno di nascita desiderato, altezza desiderata, peso desiderato e [soprattutto] stipendio desiderato". C’era un tipo, mitico, che guadagna mille kuai al mese e cercava la donna che ne guadagnasse duemila. Bella lì!
[stai sicuro che lei cerca proprio te…]. Potrei raccontare tutte queste cose molto interessanti, capisco, ma mi intrippo di più sul taijiquan. Sorry (come diceva john belushi in animal house dopo aver meticolosamente sfasciato la chitarra al suo amico).
Com’è che questo comporta che tornando a casa la sera cammino lentamente e quasi senza fare alcun suono (conto a breve di eliminare il quasi)? Com’è che all’improvviso mi metto a correre dietro a una coppia di giovani studenti cinesi che mi ha appena sorpassato, e lei come una bambina deficente sta cercando di attirare l’attenzione di lui sullo strano laowai vestito di nero che cammina come un ebete alle loro spalle? Non lo so, ma so che l’intelligenza emotiva di questa gente è ormai ridotta a quella di bambini di tre anni che scappano urlando. Voglio dire, voi non vi girereste a guardarmi mentre vi corro incontro come se fossi un ebete, magari chiedendomi "cazzo vuoi?" E invece qui scappano facendo urlettini striduli. E vabbè. Immagino di poter essere condiserato pazzo. Di sicuro sto sviluppando una certa sensibilità alla latitudine di idiozia infantile dei cinesi, come i pessimi del parco, o le ragazzine deficenti che decisamente abbondano.

2 responses to “pazzo”

  1. anonimo

    Continua, continua a scrivere…
    fossi anche rimasto da solo a leggerti.

  2. pengo

    grazie. farollo.