Mettiamo che abitiate in cina e che una vostra conoscenza stia per venire a trovarvi per la prima volta, o mettiamo che vi abbiano chiesto un pezzo per un rotocalco femminile o di sinistra (che più o meno di questi tempi è lo stesso). amici cinofili, che raccomandazioni dareste? Io ho pensato a queste, più o meno utili:
1] carta igienica: assolutamente imprescindibile.
1.1) sempre, sempre sempre portarsi dietro dei fazzoletti di carta. difficilissimo trovare carta igienica nei cessi cinesi, salvo forse negli ostelli abituati agli stranieri (e anche lì, non è scontato). quasi difficile quanto trovare dei fazzoletti non mentolati (ma in proposito alla fissazione dei cinesi per la profumazione al mentolo, il meglio deve ancora venire, vedi sotto). In cina i fazzoletti di carta a quel che ho potuto vedere servono esclusivamente per… pulirsi il culo. Posso sfatare la leggenda dei cinesi che ti scoppiano a ridere in faccia quando ti soffi il naso in pubblico, non mi è mai successo, però effettivamente non ho visto nessuno soffiarsi il naso coi fazzoletti di carta (molto più comune la manovra in europa riservata a calciatori e ciclisti, la soffiata mononaricale diretta al suolo). Nella maggior parte dei cesuo pubblici (厕所, memorizzare questi caratteri!), e a pagamento, si possono comprare per uno yuan.
1.2) mai, mai e poi mai buttare la carta igienica nel water o nella più probabile turca, a meno che non si tratti di una vera e propria latrina (non è una metafora: in molti posti visitati, i cessi sono dei buchi sospesi su una canala di escrementi fumanti). Le tubature cinesi, salvo nei casi più recenti (il che vuol dire che siete a Beijing nel villaggio olimpico), non vanno affatto d’accordo con la carta, si intasano facilmente e tendono a tracimare. Se siete in un bar, la cosa può essere molto, molto imbarazzante, oltre che concludersi con il gestore che smonta il cesso e ti chiede 50-100 yuan*. Tant’è che ovunque c’è un cesso, c’è anche un simpatico cestino pieno di carta igienica usata. La cosa è meno terrificante di quel che si può immaginare, e dopo pochissimo ci si abitua…
*no, non mi è successo, ma potrei sputtanare un paio di persone :p
2] acqua: elemento primario. un ottimo modo per memorizzare i caratteri cinesi è quello di usare le cosiddette flashcards: delle carte, formato biglietto da visita, con da una parte il carattere cinese senza altre indicazioni, e sul retro il nome, tono ed eventuali combinazioni con altri caratteri. Si guarda il carattere, si spremono le meningi, si verifica sul retro. Le carte sono normalmente ordinate per frequenza d’uso dei caratteri… il carattere di acqua, shui 水, risulta oltre il 200° posto. Fosse per me lo metterei al primo. Fatto sta che in cina l’acqua è quella che è, e ci si sente più sicuri a bere la neoacqua, come la chiama l’amico marco (chissà se passate di qua, ogni tanto?!), l’acqua purificata, piuttosto che qualsiasi altra cosa, inclusa l’acqua "minerale". L’acqua del rubinetto non la bevono i cinesi, non vedo perché dovrei berla io. Presumibilmente l’inquinamento delle sorgenti varia molto da regione a regione, ma diciamo che la tutela dell’ambiente non è ancora al primo posto nelle preoccupazioni dell’intellighenzia. In ogni quartiere esistono almeno due o tre "negozi" di acqua che vendono boccioni di plastica da venti-trenta litri, e dei coupon col numero di telefono della ditta. Quando finisce il boccione si chiama, in dieci minuti arriva un omino con ricambio in spalla, si stacca il coupon e via. Per strada, ovunque si può comprare una bottiglia d’acqua per uno o due yuan.
3] giangi? giangià. O della contrattazione (jiangjià 讲价).
I cinesi, con tutto l’impero alle spalle e il gran partito sulle spalle, la repressione e cazzi e mazzi, sono nel costume fondamentalmente anarchici: tutto va regolato ogni volta con rapporti diretti, faccia a faccia. Etichetta, ruoli, personae, apparenze, tutto DEVE essere rinegoziato ogni volta. Oppure no. Ma in questo caso tratterete la persona che avete davanti come il commesso di un supermercato, come una merce sullo scaffale, col prezzo già stabilito (e occhio perché ci sono dei supermercati dove si contratta uguale!). La cosa può essere eccitante, divertente, o estremamente faticosa, alle volte perfino irritante. Ci sono situazioni meravigliose in cui tutto ti viene offerto, e con altrettanta liberalità senti di poter offrire tutto quello che hai senza percepire nell’altro l’intenzione di fregarti in qualche modo. Ma nella maggior parte dei casi, "tutto ha un prezzo". E questo prezzo va negoziato. Se sei un naso lungo, un diavolo straniero, sei automaticamente ricco, non importa se sei un backpacker o uno studente squattrinato: la ragazza da cui quasi ogni mattina vado a comprare la frutta continua a chiedermi se sono un laoshi, un insegnante (di inglese, ovviamente), e a spararmi dei prezzi esorbitanti. Quando abbiamo dovuto chiamare un furgone per portare a casa mia frigorifero e lavatrice, la mia amica giapponese ha cercato di contrattare con il tipo il prezzo: complice un bel cannone d’erba, è stata un’esperienza quasi mistica. Il tipo parlava in kunminghua strettissimo (dialetto locale). All’inizio ha sparato una cifra bassissima, alla quale era impossibile dire di no. Il bastardo! Appena ha avuto il mio assenso, ha triplicato, spiegando nel dettaglio tutte le faticossissime operazioni di cui ho capito solo sesto piano, ma soprattutto, laoshi. Quando sono riuscito a dirgli che no, sono uno studente, la cifra si è ridimensionata notevolmente. E ogni giorno è così, per ogni cosa (qualche volta non esco di casa…).
4] locomozione. Prima di capire quale linea di autobus porta dove, ci metterete un bel po’ di tempo (anche assumendo che parliate cinese). I nomi delle fermate degli autobus non hanno necessariamente a che vedere con il nome della strada in cui sono situate. Ragion per cui, anche se sapete che volete andare in wenlinjie (问林街), per fare un esempio,scordatevi di trovare sui pannelli (che pure riportano il nome di tutte le fermate di ciascuna linea) la strada in cui volete finire. La cosa migliore è chiedere a qualcuno che guarderà al posto vostro tutte le fermate di tutte le linee che passano da lì: è sinceramente sconvolgente la rapidità con cui i cinesi riescono a scansionare migliaia di caratteri in meno di dieci secondi. Ma quando avete fretta, o non sapete proprio come fare, allora l’opzione taxi è sempre disponibile. I tassisti passano, ti guardano, ti suonano pure. Ce n’è sempre e ovunque (ok, non ho mai provato oltre il quinto anello a pechino, né in mongolia interna). I tassisti sono delle bestie rare, ma non più della media (vedi sopra). Alcuni cercheranno di fregarvi. E allora? D’altro canto, non c’è niente di più soddisfacente che ripagare il tassista con un po’ di chiacchere: ancora ricordo la maestria con cui Yilian di footonearth ragionava col tassista che ci portava ad un locale pechinese fuori mano…
Ovviamente, il mezzo migliore per spostarsi resta la bicicletta: in particolare a beijing, avrete modo di sperimentare una critical mass permanente! Il problema di kunming, invece, è che ti fottono le biciclette alla rapidità del fulmine. Come sempre, meglio scassata e poco appariscente…
e infine, 5 per i maschi*] baijiu: vino bianco, versione cinese. il baijiu (白酒) è il corrispettivo cinese della grappa. Impossibile rifiutare, specie durante i viaggi in treno, anche perché viene offerto con un’insistenza disarmante. Le sbronze di baijiu, personalmente ancora non ho dato, si ricordano come epiche strazianti. molti occidentali conosciuti non possono più nemmeno sentirne l’odore. Ne esistono diverse qualità, da quella "alcol denaturato sottomarca" a quella "anche se sei un laoshi non te la puoi permettere". Personalmente, preso come la grappa dopo pasti particolarmente pesanti, lo apprezzo.
*nella misura in cui difficilmente ad una ragazza verrà offerto (nulla vieta di chiedere, però).
e 5 per le femmine] assorbenti: ovviamente questo non è il mio campo, ma diverse amiche raccontavano sconcertate della prima volta che hanno provato degli assorbenti cinesi. Dopo pochi minuti, tornate a fare qualsiasi cosa stessero facendo, si interrompevano sorprese dalla folata di frescura che sorgeva da dentro le loro mutande. Perché la mania del mentolato, per i cinesi, non si ferma ai fazzoletti… per cui, a meno che non siate in cerca di nuove esperienze autoerotiche, portatevi i vostri assorbenti preferiti da casa.
WELCOME TO CHINA, BABY!
[nella foto, Zhi Yuan, mio insegnante di cinese nonché allievo di inglese]
Dicevo, carino il calembour con “cinofili”… Altri commenti a poi. Baci
non dimenticate mai i tappi per le orecchie! fondamentali soprattutto nei viaggi in autobus, con la tele che indipendentmente dalle ore di viaggio spara a 2000 decibel film che se vi va bene sono trash e se vi va male sono splatter ;)
how could I forget?!