Vorrei capirci qualcosa, di questi signori, della storia recente che culmina nel loro governo, delle loro storie personali. Tradizionalmente, la storia cinese e’ una storia a cicli, con un ritmo ben preciso: ascesa e consolidamento, stagnazione, declino e catastrofe. Le dinastie si susseguono in cina da qualche migliaio di anni, alcune durano vent’anni, altre trecento, ma sempre alla stessa ciclicita’ sono sottoposte.
Questa almeno la lettura storiografica classica. La storiografia comunista cinese propone invece letture differenti, che riprendono fondamentalmente la storiografia marxista russa, o meglio, il "materialismo dialettico" che di dialettico in realta’ non ha niente. Fondamentalmente, il tentativo degli storiografi comunisti (che non ho mai letto e che spero prima o poi di poter almeno sfogliare) e’ quello di passare da un modello ciclico formale probabilmente gia’ pronto ad entrare in crisi al momento dell’impatto brutale con il capitalismo industriale e i suoi rappresentanti, ad un modello lineare progressivo, il quale, neanche a dirlo, culmina con la realizzazione del comunismo.
Ossia un modo come un altro per pretendere che l’attuale dinastia comunista, rinchiusa nella sua nuova citta’ proibita inseguendo i sogni del primo imperatore qin, duri in eterno. Il che e’ quanto di meno dialettico si possa immaginare. La dinastia qin scomparve dopo una quindicina d’anni. Quanto resta ancora a quella comunista? Cosa la fara’ crollare?
Personalmente, cerchero’ di colmare le lacune. Vorrei solo dire che quello che mi fa piu’ paura e’ che di quei nove signori, sei sono ingegneri. Molta paura. Sul perche’, ne parliamo piu’ in la’.
[la mia principale fonte in tutto questo e’ la storia della cina di j.a.g. roberts pubblicata in italia dalla newton compton e che non ho sottomano, e tantomeno ritengo un capolavoro…]
Poiché ancora non so il perché, evito di andare a fondo con i commenti. Tuttavia a margine annoto che preferisco una ratio di sei ingegneri su nove a una di nove soubrette, cantanti, sportivi, attori, mogli-di, mariti-di su dieci, come succede da queste parti.
sono cosi’ vergognosamente remoto… tutto sommato non sento troppa differenza tra il poter votare e il non poter votare. Ahi que pena!