bella storia

guang di, il dio della guerra

sono felice. scusate. non si dovrebbe dire, immagino. e’ poco cool.

ma non solo sono in paese di un miliardo e passa persone che si soffiano il naso come me e scatarrano nei locali. Un paese in cui si mangia cose spettacolari (e totalmente sature di fertilizzanti e pesticidi chimici, ahime’). Un paese in cui in molti si svegliano all’alba e iniziano la giornata allenandosi in un parco, magari sapendo di non potersi permettere l’assistenza sanitaria, magari perche’ convinti che arrivare a ottanta anni e toccarsi ancora le punte dei piedi sia piuttosto figo. Un paese in cui il traffico e’ anarchico, e i tassisti possono raggiungere delle vette ineguagliate di fluidita’, senza mai toccare il freno (se non il freno a mano), mantenendosi sempre a quella giusta distanza che permette loro di entrare e uscire senza bloccarsi (chi pratica tui shou dovrebbe capire cosa intendo). Un paese, inutile dirlo, di cui non so un cazzo, ma che mi sta solo chiedendo di imparare la sua lingua ad ogni occasione. E gia’ questo basterebbe a farmela prendere bene.

Un’amica a pechino, cui ho rovesciato addosso troppe emozioni e impressioni tutte in una volta, raccontava delle difficolta’ che ha avuto ad allenarsi con i cinesi. E non e’ di primo pelo, anzi. E parla pure cinese. Non so, forse le donne non sono ben viste, eppure non credo. Insomma, il fatto e’ che stasera sono andato al parco di Datong, verso le sei. I ragazzi francesi e spagnoli che ho incontrato stamani, e con cui ho visitato il tempio sospeso di hengshan, non mi hanno preso in simpatia: troppo saccente, immagino (in effetti, ad un certo punto la guida ha iniziato a dire: "risponde lui"…), e di conseguenza hanno snobbato la mia offerta di agnello alla mongola per andare a mangiare in un ristorante indicato sulla guida. turisti. E parco sia.

Al parco, sono bastati tre minuti per trovare un gruppetto di gente molto poco cool che faceva un tui shou grezzo, stile tui shou degli orsi. Mi sono avvicinato: solita diffidenza. Fanculo, maledetti cinesi, io vi saluto lo stesso. E loro mi hanno salutato. Pensando facessero taijiquan (perche’ poi, non lo so), gli ho detto che praticavo taijiquan. Ghigno collettivo. E Yiquan. Ahhhhh. Voi che fate? Yiquan.

Yiquan! Dachengquan! Nel parco! Yohoo!!!! Ed e’ cosi’ che ho fatto tui shou con il maestro, venendo sballottato di qua e volato per terra di la’, ed ero troppo contento. Poi il boss, un orso scatarrone, mi ha chiesto chi fosse il mio maestro e mi ha detto di mostrare un po’ di cose. Vergognandomi come un ladro, ho eseguito. Hao, hao (bene, bene). Mi hanno chiesto quanto mi alleno. Ho detto loro che mi alleno tutti i giorni, almeno un’ora. Hao, hao. Ho fatto tui shou col suo allievo migliore, fa li, e il giochino degli avambracci (che il condizionamento non lo fa solo l’hung gar…) e ci sono rimasti quasi male che i miei avambracci hanno retto col bravo allievo, insomma, sono un figo. No, non e’ questo.

E’ che sono andato li’, ho "parlato" con sei cinesi, e mi sono allenato con loro. E sono felice. Evviva Datong, il cesso di citta’!

Comunque, troppo yong li (用力), troppa forza. Il maestro mi faceva sentire la rilassatezza dei suoi muscoli mentre mi sballottava a giro. La forza impedisce a qi e sangue di scorrere, e il respiro si affatica. Cazzo, lo so, praticarlo, pero’, e’ un’altra storia. Bella storia.

3 responses to “bella storia”

  1. ET

    Porca miseria, avevo “commentato” l’agnello alla mongola, con rimembranze indonesiane… niente. Forse ho sbagliato qualcosa. Vabbè. Solo per dire che ti seguo, tappa per tappa.
    Bellissima la foto del tempio sospeso. Bello anche vedere la tua faccia.
    Cosa dire, ti stai addentrando. non prendere (troppo) freddo e continua a immagazzinare. E a raccontare

  2. Fiammetta

    Ciao vedo che riesci bene a trovare cinesi con cui fare a manate! Credo di capire quanto sia esaltante, è bello poter sapere delle tue esperienze, sembra tutto molto interessante, belle anche le foto.
    Un bacio

  3. pengo

    ET, per favore, scrivimi una mail.
    Fiammetta, sono contento di sapere che passi di qua. E felice di ricevere tuoi complimenti per le foto: un onore.
    Sono troppo abituato a correggerle con photoshop che spesso tralascio l’esposizione, ma ora sto tornando a farci attenzione. ricambio il bacio.