Una perlina.
Non ho ancora trovato una spiegazione soddisfacente della differenza tra stili interni, nei jia (内家) e stili esterni, wai jia (外家) di arti marziali cinesi, ma stamani ho chiarito a me stesso perché (uno dei motivi per cui) si parla di stili interni: perché quando state fermi cinque, dieci, trenta minuti in zhan zhuang (站桩), l’attenzione è rivolta all’interno del vostro corpo.
La pratica di zhan zhuang richiede di non produrre tensioni né contrazioni: l’attenzione va rivolta fondamentalmente all’allineamento del proprio corpo. Due immagini mi vengono spesso alla mente, quando coltivo certe sensazioni: un … e una livella.
L’… è complessa (sennò c’era anche un nome, al posto di …). Però è come una conseguenza della livella. Appunto, la livella: ci vuole una certa delicatezza per trovare il punto d’equilibrio, no? Ecco, fate conto che all’interno della sommità del capo ce ne siano almeno un paio, una lungo l’asse delle spalle, l’altra lungo l’asse naso-nuca. Tra le creste iliache, o meglio tra le teste dei femori c’è un’asse su cui ne è poggiata un’altra, immagino che ce ne dovrebbe essere una anche tra le spalle, ma quella ancora non la sento. Quando iniziate a fare attenzione alla bolla d’aria in ciascuna di queste livelle, allora state facendo lavoro interno, nei gong (内功). E di quello che succede all’esterno non ve ne renderete neanche conto. Tanto che ad un certo punto vi accorgerete di essere stati sparati fuori da voi stessi, magari pensando, come è successo a me, a una persona con cui non ho risolto un paio di questioni. A questo punto inizia l’allenamento, non scoraggiarsi e cercare di "rientrare". Il gongfu, il duro lavoro, è tutto lì. Io ovviamente predico bene…
E’ questa l’ora del … dello scalino (non pensate alle scale). Quando in macchina cercate il cosiddetto punto di bilanciamento, cioè siete in pendenza, e volete tenere ferma la macchina senza usare il freno, state facendo il gioco della livella, cioè trovare il punto d’equilibrio. Ponete di essere alla fine della salita, lì lì per scollinare (o scalinare), e vi mettiate a cercare il punto di bilanciamento proprio sul margine. Allora, quando scollinerete, ma non del tutto, sentirete di aver passato lo scalino, la soglia di resistenza. Prima c’è resistenza, poi ce n’è meno. Ancora meglio, prima c’è resistenza, poi non c’è perché si è in equilibrio senza tensioni, poi si avrà la sensazione di cadere dall’altra parte, e ci si irrigidirà per non cadere, ed ecco di nuovo, ta dà, la resistenza. E così via. Tutta questione di millimetri, a volte.
L’interno sta tutto nel sentirla, questa soglia. Normalmente, non la si percepisce. Quando si fa male il tui shou (推手) del taijiquan, non la si percepisce. L’interno sta tutto nel sentire, feel, diceva maestro Wang.