Lo scorso 9 marzo il maestro Wang Rengang ha tenuto un seminario di Dachengquan. Al termine del seminario, molto elementare eppure molto ricco, il maestro Wang si è esibito nel Jianwu (?舞), la "danza" del Dachengquan.
Il seminario è stato utile.
Utile nella misura in cui il maestro Wang ha confermato molte idee che mi ero fatto a proposito di una "corretta pratica" dello yiquan, in particolare sul discorso tensione/non-tensione, ed in più ha mostrato alcuni esercizi, che pure già conoscevo, sotto la luce di un’esperienza di anni di pratica quotidiana, avendo appreso alla fonte di uno dei migliori allievi diretti di Wang Xianzhai, Wang Xuanjie.
"Gli arti devono sentirsi come pieni d’aria". Il qi deve poter scorrere (il qi è scorrere), le contrazioni/tensioni corrispondono a concentrazione di sangue, ristagno, assenza di flusso. Immaginate di essere una manica a vento, il vento viene da terra e vi riempie e gonfia e agita e sostiene.
Comunque sia, sono sempre più convinto che la "corretta pratica" sia del tutto relativa al praticante, e allo specifico momento della vita in cui si trova… ma di più in seguito.
Ma dio porcone, questo recaptcha non funziona
Adesso ha funzionato. Con l’opzione sonora ha funzionato. Volevo dire: mi piace come si muove questo maestro. Molto fluido. Mi ha fatto però venire un colpo quando ha emesso il primo urlo. Ma questo se vuole ti ammazza?
Diciamo che sì, l’idea è quella… collateralmente fa anche tanto bene alla schiena e alla salute in generale, non a caso notavi la fluidità del movimento, però se vuole ti ammazza. A te. E pure a me. Magari non a tutti. Però è un simpatico buddhista, credo che dovresti farlo incazzare proprio tanto…