Mentre tutto il mondo è incollato alla televisione a guardare la cerimonia inaugurale delle olimpiadi più discusse del secolo, i carri armati di putin varcano il confine osseto ed entrano in georgia. Lo scenario era già stato preso in considerazione diversi anni fa da tom clancy, scrittore yankee di "fanta"politica, nonché dall’industria dei videogiochi. No surprise: la georgia è un’unica valle stretta tra le catene montuose del gran caucaso, al nord e del caucaso minore al sud, ad ovest sbocca sul mar nero, mentre ad est confina con l’azerbaijan, proseguimento della stessa valle che sbocca sul mar caspio, ossia su alcuni tra i maggiori giacimenti di petrolio e gas naturali del mondo. Mentre presidenti, re, regine, primi ministri di tutto il mondo subalterno si guardano la cerimonia simboleggiante la rinuncia alle ostilità di tutta la koinè ellenica, dalle loro poltrone foderate di velluto rosso, bush e putin si scambiano amichevoli dichiarazioni di guerra già in corso. Di spalle, in basso, vicino al cuore dello spettacolo, le massime cariche cinesi sembrano quasi, appena, forse sorridere.
Ho smesso di aspettare la fine del mondo, me ne sono accorto da pochi giorni. Il petrolio finirà, e i cinesi, chissà.
georgia on my mind…