Per farvi capire perché non ho scritto tanto ultimamente, o solo per ridermela: a pechino impediscono la circolazione a nove auto su dieci. Capisco perché le signore passano le mattinate nei parchi a picchiettarsi braccia e avambracci: per salire sull’autobus prendendoti a spallate. [segue aggiornamento] La nuova professoressa del corso generale di cinese ha deciso che sono troppo avanti per il livello dei libri che sto usando e mi ordina un altro libro, nonché mi carica di compiti, concetto a cui sono riuscito a sottrarmi per anni e sono dovuto arrivare in cina per farmi fregare. Piove un porcoddio. La mattina tra le nove e le dieci prendo un taxi, vado allo zoo, mi alleno fino a mezzogiorno. Raggiungo a piedi la zona "degli stranieri", mangio, vado all’università, studio un’ora o dormo mezz’ora, lezione fino alle cinque, se poi c’è da fare qualcosa le ore che restano per studiare e/o magari forse vivere scompaiono. Tendenzialmente, a letto prestino. Il sabato è giorno libero. La domenica c’è solo taijiquan. Una o due volte alla settimana mi incontro con un ragazzino cinese e facciamo scambio linguistico anglocinese per un due tre orette. Una prof mi ha proposto di aiutarla con l’italiano, che ha già studiato, extrascolasticamente. Portarmi dietro la macchina fotografica mi fa fatica (ma reinizierò). Vorrei leggere un bel romanzo, vorrei trovare un posto dove svaccarmi tranquillo quando c’è il sole, vorrei che il terriccio che mi hanno venduto per erba/polline non fosse del mesozoico, o almeno contenesse più principi attivi. Vorrei parlare sta cazzo di lingua, andarmene a fare qualche giro e milioni di interviste con la videocamera che non ho. Vorrei un pene più grande, o delle fiche più strette. Vorrei che tutti gli stranieri che devono partire si levassero dal cazzo tutti in una volta invece di andarsene via alla spicciolata, dilatando i tempi dei saluti. Vorrei un posto come la riottosa o l’asilo. Vorrei poter essere bestia senza troppe menate. Vorrei fare tuishou e farlo sia delicato/sensibile che praticamente full contact (detto tuishou degli orsi). Vorrei rivedere alcune facce.
Hao le, che non vuol dire buono, vuol dire finito. sì perché in cinese lo stesso hao (好) può voler dire almeno tre cose diverse. E ringrazia che non cambia la pronuncia. Certe volte lo stesso hanzi può avere due tre pronunce, oltre ai significati, differenti.
AGGIORNO: no, scusate, c’è stato un fraintendimento: non è che non scrivo perché sono solo triste e sconsolato, non scrivo perché un c’ho banane! Bona!
Dai, su col morale, che è un po’ballerino mi sembra…
Terriccio, polline: piantine?
Baci
Su con la vita dude, se sei stanco morto, prenditi del tempo in più per riposare. Un abbraccio dal tuo amico De La Palice. Per la serie, a volte le soluzioni più semplici funzionano alla grande.
Bene bene, sei il solito figlio di buona donna…
E’ confortante. Baci
Romanzo che ti consiglissimo: “Les bienveillantes” di Jonathan Littell (in inglese, The Kindly Ones; in italiano, Le benevole; in cinese, non so).