Mi e’ finalmente cascato il cellulare in un cesuo, o cesso, o meglio latrina. Addio vecchio nokia, viva il nuovo nokia (1280), stesse funzionalita’ del primo compresa l’impagabile lampadina. Recuperare la scheda telefonica non e’ stato piacevole, ma marshal mcluhan era con me (questo apre la parentesi delle protesi articolate, o bacchette cinesi).
avrei voluto farla piu’ simpatica, ma me ne e’ passata la voglia leggendo questo. C’e’ stata un’aggressione fascista in pieno giorno alla sapienza, a roma. la puzza della merda che ribolle in italia si sente fin qui. A firenze i fascisti organizzano ronde e gli antifa manifestazioni contro le ronde. Altro che manifestazioni… ma e’ facile parlare da qua. A bologna invece si fracassano di legnate tra autonomi e antiautoritari (scusate la genericita’ dell’affermazione, leggete il link per qualche informazione in piu’).
Tra i libri che ho chiesto mi venissero spediti qui, uno ce l’ho particolarmente a cuore. Si tratta di "hegel e lo stato", di eric weil, a suo tempo raccomandatomi dal maestro mazzone. Il titolo, forse infelice, sembra fatto apposta per legittimare chi avendo letto poco lo zio giorgio guglielmo, lo riduce ad un piatto sostenitore dell’autoritarismo prussiano. pubblicata da guerini, e’ una raccolta di saggi pregevole, curata da alberto burgio (forse) e preceduta da una sua notevole introduzione. E se non sbaglio, e’ proprio nell’introduzione che si legge della vita di weil. Tedesco, ebreo, smisurato filosofo dialettico e intelligente conoscitore dei cammini della storia, nella germania del ’32 capisce che non tira una bella aria, e si trasferisce in francia, dove vivra’ fino alla morte.
"Dès 1933, il se vit proposer, en même temps que le cinéaste Fritz Lang, de collaborer au ministère de la Culture et de la Propagande de Goebbels. Tous deux prirent alors le premier train en partance pour la France." [fr.wikipedia.org si permette di correggermi!]
Weil e’ uno dei pochi dialettici che conosca, insieme a hegel, marx, brecht, laozi e zhuanzi. Le sue pagine su hegel sono illuminanti, non meno di quelle su aristotele ("aristotelica", sempre guerini). E’ uno dei pochi che, a parer mio, ha colto lo spirito di hegel, o meglio, si e’ bagnato nello stesso fiume.
Weil écrit "L’homme est libre dans la mesure où il veut la liberté de l’homme dans une communauté libre."
Saluti dalla cina…