dachengquan (I) o yiquan

ogni tot spunta fuori l’arte marziale definitiva. quella che il maestro non l’ha battuto nessuno (bisognerebbe capire qual è il maestro/istruttore che va a raccontare quante volte l’hanno menato, e quante volte si è fatto menare di fronte agli allievi/studenti?). quella che con un dito ti buca da parte a parte, o ti preme il punto di pressione che dopo tre giorni, come cantavano Aldo e le storie tese, muori.

Wang Xiang Zhai almeno raccontava di essere stato menato da un paio di monaci a giro per la cina, ma poi a Beijing (北京) negli anni ’40 faceva il culo a tutti. Wang Laoshi (王老师=maestro Wang) ha fondato uno stile di combattimento, lo yiquan (意拳) o dachengquan (大成拳), che in effetti negli ultimi tempi sta diventando molto popolare nella comunità marziale italiana e mondiale.

 

 

 wang xian zhai con suo meraviglioso cappottino beijing style…

Due nomi diversi: Wang Laoshi chiamava il suo stile Yiquan (pugno dello Yi), un suo allievo per esaltare la fama del maestro lo chiamò Dachengquan (pugno del grande risultato, o "un gran bello stile"). Wang Laoshi accolse per un po’ Dachengquan ma poi pare tornasse a Yiquan, essendo egli persona umile e modesta (sì, me lo immagino proprio, non ha fatto altro che andare a giro a pestare gente e dire che il loro  gongfu (功夫=kungfu) non valeva un cazzo, a ragione, però alla faccia della modestia…).

Due nomi diversi: da quel che mi è parso di capire, oggi chi segue gli Yao* chiama il proprio stile Yiquan, chi non segue la piega che hanno preso gli Yao lo chiama Dachengquan. Devo ancora vederla, quella filosofia analitico-formale del linguaggio che potrà rendere conto della politica culturale dietro all’adozione di due nomi diversi per due cose simili.

*si parlerà anche di loro, magari dopo una visita alla yiquan academy (?!) di beijing…