Tutti parlano del Tibet. Io vado a chiedere il visto per la Cina al consolato, e un consigliere regionale socialista a caccia di voti indice una manifestazione lì davanti, giocandosi ogni possibilità futura di andare in Cina e rischiando di vedersi scagliare contro trecento patrioti cinesi in coda da tre giorni per la regolarizzazione del permesso di soggiorno (avete idea di quanto possano essere sfavati?!).
Ora, come per il burma/myanmar/birmania, tutti per un giorno una settimana un mese con la sciarpa rossa (a questo giro in effetti non sarebbe il caso), e poi festa, via, della birmania non parla più nessuno. Ok. E chi ha iniziato a parlarne?
Ok, vediamo se anche a voi si accappona la pelle. Immaginate per un attimo che gli Stati Uniti abbiano un qualche interesse strategico nel Triveneto. Ad un tratto al telegiornale fanno vedere Brad Pitt con un fazzoletto verde che ha iniziato a mangiare polenta, poi un giorno ve lo trovate che va a braccetto con Bossi, nel frattempo trasferitosi nel canton Ticino, il quale viene riconosciuto dal segretario di stato americano come leader spirituale del popolo padano. All’improvviso la mediasfera inizia a parlare solo di quanto stanno male a Trieste, poi un giorno, il decimo anniversario di una scureggia in piazza san marco, un paio di rincoglioniti iniziano a prendere a sprangate la vetrina di una tabaccheria del signor Loiudice, di evidenti origini non padane… devo continuare?
Non voglio in nessun modo mettere in discussione la validità storica delle pretese del Dalai Lama e del popolo tibetano tutto, di cui a) non so un cazzo b) me ne frega ancora meno alla luce dei miei studi di antropologia e filosofia sulla costruzione delle identità, né tantomeno potrei mai permettermi di pensare che IL Bossi non abbia ragione ad andare alle sorgenti del po’ e farsi una sega davanti a migliaia di imbecilli.
Solo, vorrei avvertire il prossimo cazzone che mi dice "in Tibet poverini" che rischia una testata. Basta, su, attivare il cervello per favore.
La gente non sta meglio in Nigeria. La gente non sta meglio in Colombia, dove so per esperienza diretta che quotidianamente vengono ammazzati giovani, rappresentanti sindacali, politici di base da gruppi paramilitari o dall’esercito o da entrambi. La gente non sta meglio dei tibetani in un sacco di posti. Solo che nessuno ne parla perché non fa comodo alla mammaccia maiala di quelli che governano buona parte del mondo, e ne vogliono ancora di più.
namaste ce l’ho fatta senza il tuo aiuto e mi sento fiera di me.
sei pronto a partire? hai il visto sotto braccio?buon viaggio
Yo! oggi ho raccattato tutti i visti, lunedì prossimo avrò certificati di laurea autenticati. Se aspetto di essere pronto, non partirò mai ;)