ieri e’ stata proprio una giornata di merda. al punto che s. mi ha visto e mi ha chiesto se stessi bene, se la famiglia tutto a posto. si, grazie, non sai quanto mi abbia fatto piacere che te ne sia resa conto. hanno arrestato un amico, e ora come ora non sembra esserci molto che possa fare. c’e’ tutto un addestramento psicologico, a frequentare certi ambienti, che potrebbe essere pero’ in definitiva riassunto in "fuoco alle galere". A prescindere da questo, la possibilita’ che un amico finisca in galera, prima o poi, c’e’ sempre. E allora facciamo un riassuntino di quel che ho visto finora come attitudini militanti di fronte alla galera, o meglio, alla carcerazione degli altri.
Le accuse non importano, tanto meno le condanne. Uno, non ho modo di sapere se si tratta di una montatura oppure no, e non mi stupirei se un magistrato zelante avesse bisogno di un nemico pubblico per fare carriera. Due, anche se fossi certo di quella che LORO giudicano una colpa, io ti sono solidale, perche’ quello per cui vivi e’ quantomeno simile a quello per cui vivo io. Direi che nella letteratura classica cinese, nello shui hu, I briganti, la solidarieta’ ideologica e pratica e’ sostituita dalla semplice (si fa per dire) amicizia. Tutti possono finire in galera, sembra dire la storia di Song Jiang e dei suoi compari, e il giusto e la legge sono una coppia che si incontra di rado. Quindi, non solo non ti giudico se hai la sfiga di finire in galera, ma se sei mio amico faro’ in modo che alle guardie della prigione arrivino segni della mia amicizia. A quel che ho capito, al giorno d’oggi gli avvocati hanno proprio la funzione di traghettare i pegni. Ad ogni modo, con un po’ di fortuna, le guardie ne terranno conto.
Fatto sta che il mio amico non so dov’e’, forse addirittura gia’ a pechino, non ho modo di contattarlo, manco so il suo cognome (e forse neanche il nome). Si’, perche’ quanto sopra si dovrebbe poi tradurre in solidarieta’, in lettere, visite, libri, aiuto e presenza. Si’, certo.
ps: per ora la cosa finisce qui. grazie.